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Morto Kirk Douglas, icona di Hollywood

Il figlio Michael annuncia su Instagram la scomparsa del padre, all'età di 103 anni

“È con tremenda tristezza che io e i miei fratelli annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciato oggi all’età di 103 anni. Per il mondo era una leggenda, un attore dell’età d’oro dei film, il cui impegno umanitario per la giustizia e le cause in cui ha creduto hanno fissato uno standard a cui tutti aspiriamo”, scrive Michael Douglas sul suo profilo Instagram.

Un “duro” dal cuore grande

Kirk Douglas, all’anagrafe Issur Danielovitch e noto anche come Isadore Demsky, era nato ad Amsterdam, nello stato di New York, alla fine del 1916. Nel 1999 l’American Film Institute lo aveva inserito nella lista delle star più importanti della storia del cinema statunitense, al 17° posto.

Dopo essersi arruolato nella marina militare americana e aver partecipato alla seconda guerra mondiale, Douglas iniziò a dedicarsi al teatro, partecipando a diverse produzioni di Broadway. Nel 1949 conquistò pubblico e critica interpretando un pugile tecnicamente talentuoso ma di scarsa umanità, nel film “Il grande campione” di Mark Robson, ma la consacrazione definitiva arrivò con l’interpretazione di Chuck Tatum, uno spietato giornalista che tenta di speculare su un incidente avvenuto in una miniera, nel film di Billy Wilder “L’asso nella manica” del 1951.

Nel 1957 Stanley Kubrik lo chiama per partecipare alle riprese di “Orizzonti di gloria”, film antimilitarista e capolavoro del cinema americano; e nel 1960 lo sceglie come protagonista del kolossal “Spartacus”. Nel 1996 ha ricevuto l’Oscar alla carriera, il più alto riconoscimento per un attore hollywoodiano, e nel 1981 il Presidente Carter gli assegnò la Medaglia presidenziale della libertà.

Ormai lontano dalle scene, Kirk Douglas si impegnò in una campagna social per chiedere agli Stati Uniti d’America di riconoscere le atrocità perpetrate in Africa tra il 1500 e il 1900 e per far chiedere perdono per la deportazione degli schiavi e per tutte le ingiustizie subite dagli afroamericani.

Il messaggio finale del figlio Michael

Ma per me, i miei fratelli Joel e Peter era semplicemente papà, per Catherine un meraviglioso suocero, per i suoi nipoti e pronipote il loro nonno amorevole, e per sua moglie Anne un marito meraviglioso“.

“La vita di Kirk è stata ben vissuta – conclude Michael Douglas – e lascia un’eredità nel cinema che durerà per le generazioni a venire, e una storia come un famoso filantropo che ha lavorato per aiutare la gente e portare la pace sul pianeta. Vorrei concludere con le parole che gli ho detto durante il suo ultimo compleanno e che rimarranno sempre vere: Papà, ti amo così tanto e sono così orgoglioso di essere tuo figlio.”

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