Quando arriva la fine di un amore è sempre difficile accettarlo: ma la forza di andare avanti e prendere coscienza della fine di un sentimento ci possono arrivare da versi suggestivi e illuminanti, come quelli di Umberto Saba, tratta dalla poesia “La foglia“, contenuta nella raccolta “Mediterranee“.
Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla, perderti è difficile.
Come affrontare la fine di un amore
Accettare la fine di un amore è difficile: una sensazione senza tempo, vissuta ieri e ancora oggi, e destinata a ripetersi quando la scintilla del sentimento, almeno da una delle due parti, si spegne.
La fine di un amore è difficile da accettare: come afferma Umberto Saba, può risultare più facile addirittura accettare la morte, che è niente a confronto rispetto alla perdita della persona amata, più importante della propria vita.
Soprattutto quando si vive una relazione lunga da anni, è difficile prendere la decisione di separarsi: se è difficile mantenere l’entusiasmo e le sensazioni dei primi mesi di una relazione, lo è ancora di più prendere atto del fatto che il sentimento non c’è più, e che continuare sarebbe solo un trascinarsi verso un’esistenza non veritiera da entrambe le parti. Ecco, quindi, perché diventa più facile qualcosa negativo ma di tangibile, come la morte, rispetto a qualcosa di meno razionale come la fine di un amore.
Per questo, spesso, preferiamo che ce lo venga a dire l’altra persona che la storia è finita: quasi un modo per scaricare il peso e la responsabilità di una decisione simile, che in certo senso può lenire la sofferenza per l’amore perduto.
Accettare la fine del sentimento
I versi di Umberto Saba sono un invito ad accettare la vita per quello che è. Per cui la morte, così come la gioia e il dolore, fa parte della realtà quotidiana e, come tale, non possiamo che accoglierla. Eppure, nonostante la totale accettazione del poeta nei confronti della vita, dalla frase di Umberto Saba emerge un fatto innegabile.
A volte è più semplice accettare l’idea della propria morte che contemplare la perdita di qualcuno che amiamo. E di fronte a questa possibilità ci sentiamo come foglie al vento, fragili e leggere, attaccate alla vita per miracolo. Sono passati oltre settant’anni da quando Umberto scrisse questi versi. Eppure il loro significato riesce ancora oggi a toccarci nel profondo, dando voce alla nostra paura più grande: perdere chi amiamo.
Io sono come quella foglia – guarda –
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un’ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s’attarda.Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla; perderti è difficile.
Umberto Saba, il poeta delle piccole cose
Nato il 9 marzo del 1883 a Trieste, Umberto Saba è considerato il poeta delle piccole cose e della realtà quotidiana. Le sue poesie sono state raccolte in un “Canzoniere”, una vera e propria autobiografia poetica d’autore, in cui vengono presentati e trasfigurati liricamente gli episodi più importanti della vita del poeta.
I suoi componimenti toccano la quotidianità, la vita in famiglia e gli affetti privati, come suggerisce la frase di Umberto Saba. Ed è partire da queste piccole cose che la riflessione si estende poi a temi universali, come la vita e il dolore dell’umanità.
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L’amore secondo Umberto Saba
Il tema dell’amore, centralizzato sulla figura della moglie Lina e su altri rapporti occasionali, ha nell’opera di Saba un’importanza fondamentale. Infatti, per Saba, i poeti altro non sono che sacerdoti di eros, cantori di una verità profonda ed elementare che unifica tutti gli esseri viventi: la brama.