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“Se ti sedessi su una nuvola”, il valore della pace per Khalil Gibran

L’arrivo della Pasqua e i tragici avvenimenti che interessano la guerra nel mondo, rendono attuale la citazione dello scrittore libanese Khalil Gibran che ci invita a non abbattere i muri e a trovare la pace.

Condividiamo in occasione della Pasqua una frase del poeta libanese Khalil Gibran che ci offre un messaggio di pace. 

Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola.

Una frase tratta dal libro Sabbia e spuma (1926) che appartiene alla maturità letteraria del poeta e artista libanese. Attraverso questa citazione Kahlil Gibran che ci ha fatto tanto riflettere. Trentotto parole pensate e sentite che valgono più di migliaia di discorsi sulla pace concepiti da affermati spin doctor o esperti della comunicazione.

Pace. Quattro lettere. Una parola così semplice, nella forma e nel suono, che sembra quasi riferirsi a qualcosa di banale. Una parola così presente nel nostro vocabolario quanto assente nel nostro operato.

Pace significa armonia, concordia di intenti, stato di assoluta tranquillità, senso di comunione con sé stessi, con gli altri e con la natura. È un concetto che si può applicare ai rapporti internazionali e a quelli sociali, e che, sebbene alle volte non ce ne curiamo poi tanto, dovrebbe essere alla base del nostro agire.

Pace è un mantra da seguire e perseguire perché, se ci si prefissa l’obiettivo di vivere una vita pacifica, la relazione con se stessi e con l’altro diventa sempre produttiva, e non semplicemente si esiste, si sopravvive prevaricando gli altri, ma si vive in equilibrio.

Degli individui coscienti del valore della pace sono il primo passo per una società sana e, a sua volta, pacifica.

La pace vista “dalle nuvole”

Lo sapevano e lo sanno tutti gli intellettuali che hanno dedicato intere pagine al tema, e che hanno cercato, attraverso il loro operato, di trasmettere l’importanza e il significato della pace in tutte le epoche.

La guerra nasce dai confini, dalle chiusure, dalle contrapposizioni, dal fatto che l’altro è differente da noi. La guerra quindi è il sintomo di una disparità di visioni del mondo, di punti di vista che non s’incontreranno mai. 

Khalil Gibran ci invita a guardare oltre. Ci spinge a guardare lontano oltre l’orizzonte. La metafora del sedersi su una nuvola è il più bel messaggio che si possa condividere. 

Le nuvole sono in alto e attraversano nel loro movimento, spinte dai venti, il Pianeta. L’osservazione da una nuvola ci offre la possibilità cogliere le diversità che la vita e il pianeta ci donano. La diversità è bellezza e grandezza. La differenza è disparità, è gerarchia, è subordinazione, è divisione.

Il punto di vista “da una nuvola” è una visone dell’esistenza. Un messaggio paragonabile alla Pasqua cristiana e a tutti i messaggi religiosi e filosofici che stimolano all’amore per il prossimo.

L’amore è l’essenza della Pace e di quella bellezza che trasforma l’inferno in paradiso.

Muri e ponti

Quante volte nel corso della storia, anche recente, abbiamo sentito della volontà di qualche governante di costruire un muro di confine, di separazione, e quanti muri esistono, oggi, ad ostruire il passaggio alla libera circolazione dei popoli?

Quante frontiere sono interessate da guerre e scontri armati, quante città vivono il dramma della guerra civile o delle guerriglie armate? Muri, divisioni, separazioni, distanze. La visione “da una nuvola” non conosce architetture divisive, non ha timori o paura nel conoscere e condividere il proprio punto di vista con gli altri. 

Al livello simbolico la Resurrezione di Gesù Cristo e la festività della Pasqua, coincidono in toto con le parole di Khalil Gibran. Dobbiamo tutti  perseguire la pace nel nostro piccolo operato quotidiano.

Abbiamo il dovere di abbattere i muri e costruire e costruire  ponti, perché la bontà d’animo e il bene sono contagiosi, e non si potrà mai giungere alla pace se non partiamo dalle fondamenta, dalle nostre azioni di ogni giorno.

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