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Una frase di Carlos Ruiz Zafón sulla potenza dei ricordi

La frase del giorno, tratta dal romanzo "Marina" di Carlos Ruiz Zafón, ci pone a una riflessione relativa a quando abbiamo a che fare con i ricordi che riemergono dagli abissi della nostra memoria

La citazione con cui vi proponiamo di iniziare la giornata è tratta dal romanzo “Marina” dello scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafón, e ci pone a una riflessione relativa a quando abbiamo a che fare con i ricordi che riemergono dagli abissi della nostra memoria e si pongono davanti alla nostra coscienza. 

Non sapevo ancora che, prima o poi, l’oceano del tempo ci restituisce i ricordi che vi seppelliamo.

Quando riemergono i ricordi

Ci sono episodi nella nostra vita che spesso dimentichiamo, o cerchiamo inconsciamente di rimuovere dalla nostra vita. Eppure, basta poi un episodio, un semplice incrocio di sguardi capace di riportarci alla mente un fatto avvenuto anni addietro: è ciò che accade nel romanzo “Marina” di Zafon da cui è tratto l’aforisma scelto, ma è quello che è successo almeno una volta nella vita a tutti noi.

Il tempo è galantuomo, il tempo è tiranno, ma il tempo è anche quello che mette tutto al suo posto, anche i ricordi che avevamo cercato di seppellire nell’angolo più remoto della nostra memoria o, per restare nella metafora dello scrittore spagnolo, negli abissi dell’oceano della nostra vita.

Così, quando riemergono e tornano a galla, non dobbiamo farci trovare impreparati: occorre sempre affrontare il proprio passato, magari con spalle più larghe e forti rispetto a quando quel tempo era il presente. Scansarsi e non farsi travolgere da quell’onda è indispensabile, permette di superare definitivamente quel brutto ricordo e di uscirne come una persona migliore, più forte e consapevole. Questa è la lezione che apprendiamo dall’opera di Carlos Ruiz Zafón.

Carlos Ruiz Zafón

Scomparso il 10 giugno 2020 nella sua casa di Los Angeles a causa del cancro del colon, il romanziere di Barcellona Carlos Ruiz Zafón è stato uno degli autori più letti e ammirati in tutto il mondo nei primi due decenni del 21° secolo. Era stato consacrato a livello internazionale con “L’Ombra del vento“, pubblicato nel 2001, che con oltre quindici milioni di copie vendute è considerato il romanzo spagnolo più diffuso dopo Don Chisciotte.

Le sue storie affrontano varie tematiche come la vita, la morte e l’amore, regalandoci storie che difficilmente ci toglieremo dalla mente o scorderemo. Le ambientazioni tra il misterioso, il thriller e il romantico ci danno l’idea di una Barcellona diversa dal solito, ricca di segreti e di ombre.

Marina

La frase di oggi è tratta da “Marina“, altra celebre opera dello scrittore spagnolo.

Barcellona, fine anni Settanta. Óscar Drai è un giovane studente che trascorre gli anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana. Colmo di quella dolorosa energia così tipica dell’età, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, Óscar ama allontanarsi non visto dalle soffocanti mura del convitto, per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero.
 
In occasione di una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All’interno, un antico grammofono suona un’ammaliante canzone per voce e pianoforte. Nel momento in cui sottrae l’oggetto e scappa, è sopraffatto da un gesto che risulta inspiegabile a lui per primo.
 
Qualche giorno dopo tutto gli apparirà tanto chiaro quanto splendidamente misterioso. Tornando sui suoi passi per restituire il maltolto, infatti, Óscar incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germàn. E niente per lui sarà più come prima. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più amata.
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