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Una frase di Umberto Eco sul perché esiste l’odio nella società

Perché odiamo? Ce lo spiega Umberto Eco in un passo tratto dal romanzo "Il cimitero di Praga". Una frase per riflettere sull'odio che serpeggia nella società

Una frase di Umberto Eco per riflettere sull’odio nella società. La cronaca ci consegna, purtroppo, diversi casi di odio e rancore che sempre più caratterizzano la società: dall’attentato al candidato Presidente USA Dondald Trump all’ennesimo caso di violenza domestica, purtroppo i casi di violenza continuano ad accadere continuino ad accadere.

Ma in generale perché esiste l’odio nella nostra società? Che cosa scatta in noi tale da provocare un rigurgito di rancore e violenza? Ce lo spiega Umberto Eco in un passo tratto dal romanzo “Il cimitero di Praga“, edito da Bompiani (2010). 

“Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.”

L’odio nella società di oggi

L’odio è un sentimento, purtroppo, costantemente al centro dell’attenzione della vita umana, sia individuale sia collettiva. Anche nelle società apparentemente evolute e civilizzate del XXI secolo, oltre ad avere una notevole diffusione, esso gode di un grande interesse e attenzione nella vita ordinaria: dallo sport ai luoghi di ritrovo, alle appartenenze sociali, alla politica internazionale, come pure a livello domestico, troviamo sempre più esempi di violenza.

Spesso questo sentimento proviene dalle contrapposizioni che nascono nella società: che si tratti di ceto sociale o di pensiero politico, le divisioni e le disparità il più delle volte sfociano in un sentimento vicino all’odio: l’invidia. Ciò che le accomuna è la ricerca del male dell’altro: nel caso dell’invidia, si vuole la distruzione di un particolare bene che fa sentire inferiori o inadeguati, mentre l’odio tende alla distruzione totale.

Odio invidia e tutto ciò che fa scaturire sentimenti negativi nella persona spesso nascono dall’interno, ovvero dalle insicurezze e dalle fragilità che la persona prova: ed ecco spiegato il senso della frase di Umberto Eco: le persone sono portate a provare un sentimento così forte perché sono miserabili dentro, non accettano la diversità (e in alcune volte la superiorità altrui), per cui portano questo sentimento negativo alla degenerazione che può sfociare in atti violenti e omicidi.

Il rapporto fra odio e identità

“Ora il senso dell’identità si fonda sull’odio, sull’odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l’odio come passione civile – afferma Umberto Eco ne “Il cimitero di Praga” – Il nemico è l’amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L’odio è la vera passione primordiale – prosegue Umberto Eco – È l’amore che è una situazione anomala.

Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell’amico. Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio. L’odio riscalda il cuore.”

Il Cimitero di Praga

Protagonista del romanzo è il capitano Simone Simonini, un falsario estremamente cinico che vive nel XIX secolo. Il romanzo è ambientato tra Parigi, Torino, Monaco di Baviera e Palermo e rielabora la storia del Risorgimento con dati e personaggi realmente esistiti. Eccezion fatta per il protagonista, unico elemento di fantasia del romanzo, Simone Simonini, notaio, spia, falsario e accanito antisemita.

Il personaggio de “Il cimitero di Praga” è capace di falsificare ogni tipo di documento e, per questo motivo, desiderato e temuto da repubblicani, massoni, carbonari, gesuiti e satanisti. Il tratto di Simonini che Eco evidenzia maggiormente è proprio il suo antisemitismo. Il protagonista de “Il cimitero di Praga”, infatti, trascorre la sua esistenza a scrivere “I Protocolli dei Savi di Sion”, una documentazione palesemente falsa e inventata in cui ricostruisce un incontro tenutosi al cimitero di Praga, tra i dodici rabbini che fanno capo alle comunità ebraiche.

Secondo la falsa ricostruzione di Simonini, durante la riunione i rabbini avrebbero definito i piani per sovvertire l’ordine delle cose e portare gli ebrei a governare il mondo.

Umberto Eco

Nato ad Alessandria nel 1932, Umberto Eco ha frequentato il Liceo Classico e l’università a Torino, dove si è laureato in Filosofia medievale a 22 anni con una tesi sull’estetica in San Tommaso d’Aquino. Fino al 1959 ha lavorato ai programmi culturali della RAI e presso la casa editrice Bompiani. Dal 1971 è diventato professore di Semiotica all’Università di Bologna.

Eco ha collaborato con quotidiani e riviste, italiane e straniere. In Italia è stato uno dei primi a studiare i meccanismi dell’arte contemporanea e della cultura di massa. In seguito ha sviluppato le sue ricerche soprattutto nella direzione aperta dalla semiotica. Pubblicò “Il nome della rosa” nel 1980, Nel 1999 ricevette l’American Academy Award of Arts and Letters.

Durante la sua vita gli vennero conferite ben 40 lauree ad honoris causa per le sue ricerche e i suoi studi.

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