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Una frase di Anna Maria Ortese sul valore della bontà

Leggiamo queste dolci e pungenti parole di Anna Maria Ortese scritte per ricordarci ancora una volta che la vera libertà è l'essere buoni con gli altri.

Anna Maria Ortese, autrice dalla sensibilità profonda e dalla scrittura visionaria, ci offre, nella citazione tratta da Le piccole persone, una riflessione sull’essenza dell’umanità. Secondo la scrittrice, l’uomo senza compassione è un’entità vuota, priva di significato, un semplice fenomeno fisico che potrebbe cessare di esistere senza che nulla cambi realmente. È una dichiarazione potente che ribalta molte delle concezioni tradizionali sulla grandezza dell’essere umano, spostando il valore della sua esistenza non sull’intelletto, sull’arte o sulla religione, ma sulla capacità di sentire e di soccorrere chiunque sia nel dolore.

E l’uomo senza compassione è nulla, è un fenomeno fisico che potrebbe cessare di essere, e non cesserebbe nulla. Nulla ha valore, in tutta la vita dell’uomo sulla terra, nemmeno l’immensa arte e le religioni – nulla, se non questo sentire compassione e desiderio di soccorrere un altro – chiunque altro, chiunque sia vivo o dolente.

La compassione e la bontà come fondamenti dell’umanità, per Anna Maria Ortese

Anna Maria Ortese eleva la compassione al di sopra di ogni altra qualità umana. Non l’arte, non la religione, non il sapere, ma la capacità di provare empatia e di aiutare chi soffre è ciò che dà senso alla vita dell’uomo sulla terra. Questo pensiero si oppone a molte visioni filosofiche che hanno esaltato l’intelligenza, la creatività o la forza come elementi distintivi dell’essere umano. Per la scrittrice, senza la compassione, l’uomo è privo di valore, un corpo che si muove nello spazio senza una reale ragion d’essere.

In questa prospettiva, il valore della vita umana non è intrinseco, ma si costruisce attraverso l’interazione con l’altro, attraverso il sentire e l’agire in favore di chi soffre. La compassione diventa così la misura dell’umanità stessa: un uomo compassionevole è un uomo pienamente vivo, mentre un uomo che ignora il dolore altrui è un’ombra, una presenza irrilevante nel grande flusso dell’esistenza.

Anna Maria Ortese sottolinea che neppure l’arte e la religione, spesso considerate pilastri della civiltà umana, hanno un valore assoluto se non sono accompagnate da un sincero sentimento di compassione. Questo pensiero, radicale e quasi provocatorio, mette in discussione l’idea che la cultura o la spiritualità possano giustificare l’esistenza umana se non sono legate a un profondo rispetto per il dolore altrui.

L’arte, per quanto sublime, non può redimere un’umanità priva di compassione. La religione, per quanto radicata nella storia e nelle credenze delle persone, non ha valore se non porta alla cura e al sostegno del prossimo. Questa visione richiama il concetto di umanesimo etico, una filosofia che vede nel rispetto e nella solidarietà tra gli esseri umani l’unica strada per dare senso all’esistenza.

Per Ortese, la compassione non è solo un sentimento astratto, ma una spinta all’azione. Non basta provare pietà per chi soffre, bisogna agire, soccorrere, intervenire. Il desiderio di aiutare l’altro è ciò che rende significativa la vita umana. Questa idea richiama l’etica della responsabilità, il dovere di non restare indifferenti di fronte al dolore altrui.

Nel mondo contemporaneo, dove spesso prevale l’individualismo e la competizione, il messaggio di Ortese risuona come un monito urgente. Viviamo in una società in cui l’attenzione è spesso rivolta al successo personale, al profitto e al potere, mentre il dolore degli altri viene ignorato o considerato irrilevante. La scrittrice ci invita a rovesciare questa prospettiva e a riconsiderare il nostro ruolo nel mondo alla luce della compassione.

La fragilità dell’uomo e il suo riscatto

Se l’uomo senza compassione è un essere senza valore, la sua salvezza risiede proprio nella capacità di aprirsi al dolore dell’altro. Questo non significa annullarsi nel sacrificio, ma riconoscere che la vera grandezza umana non sta nella forza o nella gloria, ma nella capacità di condividere e alleviare la sofferenza.

Il messaggio di Ortese è quindi profondamente etico e spirituale: la compassione è l’unico vero valore su cui costruire una società giusta e una vita pienamente umana. Non si tratta di un semplice sentimento di empatia passeggera, ma di un principio di vita che può trasformare il modo in cui vediamo noi stessi e gli altri.

Le parole di Anna Maria Ortese ci spingono a riflettere sul senso dell’esistenza e sul valore dell’essere umano. Senza compassione, l’uomo è un nulla, un’entità senza significato. L’arte, la religione, la cultura, tutto perde valore se non è accompagnato da un sincero sentimento di vicinanza verso chi soffre. In un mondo sempre più dominato dall’indifferenza, la lezione della scrittrice napoletana è un invito a riscoprire la nostra umanità attraverso la compassione, l’unico vero antidoto contro il vuoto dell’esistenza.

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