Sei qui: Home » Fotografia » Pamela Campaner, “La fotografia è rimasta troppo a lungo trascurata”

Pamela Campaner, “La fotografia è rimasta troppo a lungo trascurata”

L'intervista alla curatrice dello spazio virtuale e reale di Expowall che ospita gli scatti di F. Fontana

MILANO – “La fotografia è rimasta troppo a lungo trascurata” ci rivela Pamela Campaner che abbiamo intervistato all’inaugurazione della sua galleria fotografica milanese. Ecco l’intervista completa alla curatrice dello spazio virtuale e reale di Expowall che attualmente ospita gli scatti di F. Fontana.

Come è nata l’idea di Expowall?

Expowall nasce come photoblog di Expo 2015; un luogo dove far convivere le foto degli utenti di Instagram e quelle dei fotografi professionisti per raccontare l’evento più importante che Milano abbia ospitato negli ultimi decenni. Da qui, la passione e l’amicizia con alcuni grandi fotografi hanno fatto il resto: abbiamo trasformato un luogo virtuale in un luogo fisico che vuole essere anche un luogo innovativo per le mostre proposte e per l’ampia offerta commerciale rivolta agli appassionati di fotografia.

Qual è l’aspetto che l’ha colpita di più del lavoro di Franco Fontana?

Con Alberto Meomartini, mio compagno nella vita e nel progetto Expowall, abbiamo ripercorso l’opera di Franco Fontana sfruttando anche la conoscenza di precedenti lavori svolti dal maestro per Alberto. Ciò che mi ha colpita è che l’opera di Fontana continui a rinnovarsi pur mantenendo una cifra stilistica così marcata che entra ancora con impeto in Architectural Abstractions sfruttando la forza del colore.

C’è un aspetto su cui vi siete voluti concentrare maggiormente per l’esposizione?

Franco Fontana ha saputo vedere più di tutti questo straordinario elemento di modernità delle infrastrutture dei padiglioni di Expo 2015 che, libere da vincoli architettonici funzionali, sorprendono anche e soprattutto coloro che hanno visitato l’Expo. Fontana guida chi guarda a andare oltre il visto e ora non più visibile.

Seguiranno altre mostre e approfondimenti su Expo, ci anticipa qualcosa?

Stiamo seguendo in particolare due fotografi che stanno documentando la dismissione dei padiglioni mentre stiamo già mettendo in calendario alcuni lavori già in fase di editing. Milano sta raccogliendo ancora le energie creative di Expo 2015, un patrimonio che non possiamo permetterci di disperdere.

Cosa pensa della situazione della fotografia in Italia?

In Italia la fotografia è rimasta troppo a lungo trascurata, basti dire che i quotidiani, salvo rare eccezioni, continuano a non pubblicare i credits del fotografo e ahimè talvolta (e quindi troppo spesso!) scaricano immagini dalla rete all’insaputa dell’autore con inevitabili danni. Anche i reportage hanno trovato sempre meno spazio nelle redazioni portando grandi nomi della fotografia a fare libri o lavorare all’estero. Penso, tra le altre, alle storie professionali di Berengo Gardin o di Francesco Cito. A tutto questo si aggiunge un mercato di vendita molto ristretto che si è basato su canali di tipo tradizionale già occupati dalla pittura e che quindi hanno dato poco spazio alla fotografia. Ora qualche cambiamento si percepisce; non a caso solo adesso aprono in Italia catene di vendita di fotografie come Lumas o a breve Yellowkorner. Questo passaggio, a cui si sommano i 260 miliardi di fotografie solo sui social più diffusi, va necessariamente accompagnato dalla costruzione di un linguaggio nuovo e da percorsi culturali approfonditi a cui Expowall cerca di contribuire.

 

 

 

 

© Riproduzione Riservata