MILANO – Protagonista assoluto delle stagioni dadaista prima e surrealista poi, il grande Man Ray è anche protagonista della mostra wo/MAN RAY. Le seduzioni della fotografia, visibile dal 17 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020 presso CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Torino. Questa rassegna racchiuderà circa duecento fotografie, realizzate a partire dagli anni Venti fino alla morte dell’artista (nel 1976), tutte dedicate a un preciso soggetto, la donna, fonte di ispirazione primaria dell’intera sua poetica, proprio nella sua declinazione fotografica.
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Man Ray: la fotografia e le muse in mostra
A comporre la mostra ci saranno alcune delle immagini che hanno fatto la storia della fotografia del XX secolo e che sono entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di Ray di reinventare non solo il linguaggio fotografico, ma anche la rappresentazione del corpo e del volto, i generi stessi del nudo e del ritratto.
Attraverso i suoi rayographs, le solarizzazioni, le doppie esposizioni, il corpo femminile è sottoposto così a una continua metamorfosi di forme e significati, divenendo di volta in volta forma astratta, oggetto di seduzione, memoria classica, ritratto realista, in una straordinaria, giocosa e raffinatissima riflessione sul tempo e sui modi della rappresentazione fotografica e non solo.

Assistenti, muse ispiratrici, complici in diversi passi di questa avventura di vita e intellettuale sono state figure come quelle di Lee Miller, Berenice Abbott, Dora Maar, con la costante, ineludibile presenza di Juliet, la compagna di una vita a cui è dedicato lo strepitoso portfolio “The Fifty Faces of Juliet” dove si assiste alla sua straordinaria trasformazione in tante figure diverse, in un gioco di affetti e seduzioni, citazioni e provocazioni.

Ma queste donne sono state, a loro volta, grandi artiste, e la mostra si concentrerà anche su questo aspetto, presentando un corpus di opere, riferite in particolare agli anni Trenta e Quaranta, vale a dire quelli della loro più diretta frequentazione con Man Ray e con l’ambiente dell’avanguardia dada e surrealista parigina.

Vere e proprie opere d’arte fotografica
In questa mostra quindi (curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola), resa possibile anche grazie al contributo di numerose istituzioni e gallerie nazionali e internazionali, il pubblico avrà modo di conoscere da vicino tutti i più grandi capolavori d’arte fotografica che hanno indelebilmente segnato la storia del ‘900.

In un sensazionale accostamento biografico e artistico, dove oltre ai capolavori di Ray, si sveleranno anche quelli delle sue muse, si potranno vedere esposti delle vere e proprie opere d’arte fotografica come i portfoli “Electricitè” (1931) e il rarissimo “Les mannequins. Résurrection des mannequins” (1938), testimonianza unica di uno degli eventi cruciali della storia del surrealismo e delle pratiche espositive del XX secolo.
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