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Lettera di Serena Barsottelli

Mia cara Anoressia,

sebbene tu non sia affatto chiara e non sia più mia.
Ho provato per te il più forte degli amori e il più tragico, il più malato.

Ero pronta a sacrificare tutto per te: affetti, soldi, successi e pensieri.
Tu governavi tutto, fuori e dentro la mia mente.
Tu eri tutta la mia vita.

Mi hai tradito, come tutti i più grandi amanti finiscono per fare.
Hai calpestato il mio corpo come se fosse uno straccio.
Hai rubato la mia giovinezza come vaso di roselline selvatiche scaraventato contro la parete.
Hai cercato di annullarmi, ripetendomi che senza te non sarei stata niente.
Ho resistito.

Oggi festeggio il mio nuovo giorno senza te, brindando alla mia vita senza morte, alla mia vita senza le tue regole.
Nella mia vita ho appeso un gran cartello, simile a quelli che si trovavano nelle fabbriche, soprattutto dopo l’avvento della rivoluzione industriale.
1460 days without Ana.

Ne verranno altri e altri ancora, tutti pieni di vita e privi del tuo veleno.
Anoressia, affatto cara, mai più mia, il mio saluto è amaro per la tua bocca affamata.
Non ti porto rancore… ne conservo solo un poco per me, per il male che mi sono fatta. Curo quella ferita ogni giorno, con un piccolo regalo: davanti allo specchio tocco il mio viso e mi sorrido.

Addio,
Serena

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