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Lettera di Maria Lorello dedicata alla mamma

Mamma cara,

con questa lettera voglio esprimerti la mia gratitudine e chiederti scusa se quando eri in vita non sono mai riuscita a farlo.

Ero troppo presa dai miei problemi (tu sai benissimo quali), troppo presa dal lavoro e dagli impegni. Così i giorni sono passati senza che io riuscissi a dimostrarti affetto e riconoscenza per quello che una Madre-coraggio come te aveva fatto per me.

Mi rimane un altro grande rammarico: di non averti ascoltato quando mi avevi messo in guardia su colui che sarebbe diventato poi mio marito. Sono stata testarda a non volerti ascoltare ed ora ho ancora le ferite aperte da un rapporto che si è concluso, finalmente!

Quando vengo a trovarti, guardo la tua foto che mi sorride ed io non riesco a fare a meno di piangere, perché mi ricordo le litigate furibonde che ho fatto con te, tutte le volte che cercavi di dissuadermi.

Mi sono voluta ribellare alla tua autorità e, solo ora, mi rendo conto di quanto sono stata stupida e di quanto ti abbia fatto soffrire.

Tu avresti voluto per me un futuro felice, accanto ad un uomo che mi amasse e mi rispettasse, ma non è stato così, purtroppo! Hai assistito ai miei pianti e alla mia disperazione, cercando di infondermi coraggio, senza infierire con frasi del tipo: “Te l’avevo detto”.

Ti ringrazio anche per questo, per aver capito che da giovani si possono commettere tanti sbagli cui poi nella vita adulta cerchiamo di rimediare.
Ebbene, cara mamma, ho trovato il coraggio di troncare un rapporto in cui tu non avevi mai creduto ed ora finalmente sono serena, insieme ai miei figli che mi amano e mi hanno sostenuta in questo difficile momento.

La tua vita non è stata semplice.
Il quarto figlio l’ hai messo al mondo nel maggio del ’43 e sette anni dopo sono nata io.
A quei tempi, ci voleva tanta fantasia per mettere in tavola qualcosa, ma tu non mollavi mai.
Ricordi?

La mia maestra ti consigliò di farmi sostenere l’esame d’ammissione alla scuola media e di mandarmi a lezione per preparare il programma supplementare. Tu le dicesti che avresti voluto, ma, con umiltà, aggiungesti che non avevi i soldi per pagare le ripetizioni.
Mi preparò lei, gratis e, per ringraziarla e sdebitarti, tu le facesti una coperta all’uncinetto, con le tue mani infaticabili.
Cara mamma, ti ricordi?

Una sera venne a trovarci Arturo che da tre anni viveva qui e si offrì di ospitarci a casa sua, per i primi tempi. Era il 1963, l’anno della morte di Giovanni XXIII e dell’uccisione di John Kennedy, ma, soprattutto, era l’anno in cui abbiamo lasciato la nostra terra.

Cara mamma,
ricordi quando siamo arrivati in stazione?
Eravamo carichi di valigie e di speranze.

Faceva tanto caldo quel giorno di luglio e, appena scesa dal treno, ho visto nella piazza davanti alla stazione una fontana che zampillava acqua. Questa è la prima cosa concreta che è rimasta nella mia mente. Per il resto sono tutte sensazioni: mi ricordo soltanto che mi sembrava di essere atterrata su un altro pianeta.

Abituata ai vicoli stretti e alle case basse del paese, al profumo degli aranceti e del mare, quelle strade larghe, quei palazzi imponenti, quell’odore indefinibile mi disorientavano. Mi sentivo straniera, diversa, inferiore… e ho dovuto faticare per farmi accettare, ma tu eri un leone che dava coraggio, a me e al resto della famiglia.

Sapevi appena leggere qualche parola e scrivere soltanto il tuo nome, ma hai voluto con tutte le tue forze che io continuassi a studiare, anche dopo le superiori, nonostante le scarse disponibilità economiche. Mi sono iscritta all’università nel ’68 e, con l’aiuto del presalario, ho concluso gli studi. Ora eccomi qua, con una laurea, di cui tu eri orgogliosissima, e un lavoro che amo infinitamente. Grazie a te!

Cara mamma,
voglio concludere questa lettera con una notizia che ti riempirà d’orgoglio: ho pubblicato un romanzo e il 13 novembre in una sala del Comune del nostro paese hanno fatto la presentazione del mio libro. L’anno dopo, la stessa cosa è successa qui dove abito.

Tu non eri presente, ma sappi che quei festeggiamenti li ho dedicati a te.

Ancora grazie, mamma, per quello che hai fatto per me.

Un bacio!

Maria Lorello

13 ottobre 2015

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