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Lettera di Immacolata Pernice

Caro ti scrivo

c’è che ti devo dire una cosa.

e allora la scrivo qui così poi tu non la leggi,

c’è che quando non ci sei mi manchi.

c’è che nonostante tu abbia le tue paure e le tue angosce,

c’è che nonostante io abbia le mie ansie e le mie paranoie,

tu manchi alla mia vita.

sei il pezzo mancante del mio puzzle incompleto,

la tessera che dimentico di portare con me,

sei i numeri dal 7 al 9 sul dado,

sei quel libro riposto che ho paura di terminare.

c’è che ti devo dire un’altra cosa.

e allora continuo a scrivere,

perché scrivere , sai, è un atto liberatorio.

ed io non posso non scriverlo, allora lo scrivo.

c’è che ti devo dire una cosa.

ma non posso dirtela perché tu poi te ne andresti

e allora io non lo dico, lo scrivo solo qui.

c’è che ognuno ha i suoi timori,

vedi anche io ne ho, a dirti cosa sento,

ma vado avanti.

c’è che ognuno ha i suoi problemi,

vedi anche io ne avrei a dirti quello che sento,

ma vado avanti e lo scrivo lo stesso.

non cerco un istante che valga una vita,

cerco una vita. Intera, lunga, duratura,

che no, non valga un istante, ma

che duri una vita.

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