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Venezia, le mostre da visitare nel fine settimana

Vi trovate a Venezia per il fine settimana e avete voglia di immergervi nel mondo della cultura? Ecco alcuni imperdibili mostre da visitare a Venezia in questi giorni!

Il fine settimana è arrivato. Se vi trovate a Venezia, che siate di passaggio o meno, vi suggeriamo di andare a visitare una di queste interessanti mostre appena inaugurate, dedicate al mondo della fotografia e della scultura. Scopriamole subito!

Venezia, le mostre da visitare nel fine settimana

“All’ombra del Baobab, mostra fotografica a cura di Monika Bulaj”

Fra gli appuntamenti che vi suggeriamo di non perdere questo fine settimana a Venezia c’è la mostra curata dalla reporter Monika Bulaj ed organizzata da Emergency.

Dall’Atlantico, passando per il Lago Vittoria, fino al Mar Rosso: una traversata dell’Africa in orizzontale, lungo la catena degli ospedali di Emergency, dove lavorano medici, chirurghi, tecnici, infermieri, anestesisti, radiologi, amministratori, giardinieri… Sono loro i protagonisti della mostra fotografica “All’ombra del Baobab” della fotogiornalista e reporter Monika Bulaj che è stata inaugurata martedì 15 novembre alle 18:00 e resterà aperta dal 16 novembre fino al 27 gennaio 2023. L’esposizione è ad accesso libero, visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 11.00 alle ore 17.00.

Gli scatti di Monika Bulaj in Sierra Leone, Uganda, Sudan raccontano le storie di sfide quotidiane e talvolta di sconfitte, di disgrazie endemiche e urgenze prevedibili.

Monika Bulaj è una pluripremiata fotogiornalista e reporter, ha realizzato un centinaio di mostre personali in tutto il mondo ed è alla sua seconda collaborazione con Emergency, dopo la rassegna fotografica Nur Afghan Diaries a Brescia nel 2021. Bulaj è autrice di numerosi libri reportage e ha pubblicato per testate di grande rilevanza internazionale: National Geographic, The New York Times, TIME, Al Jazeera e The Guardian.

“Isola verso il nuovo museo ebraico”

Un’altra interessante mostra fotografica da visitare a Venezia questo weekend è “Isola verso il nuovo museo ebraico”, l’evento curato da IKONA Photo Gallery e della Comunità Ebraica di Venezia che ripercorre la storia del ghetto veneziano. 

A Murano si poteva far fuoco per lavorare il vetro, l’oro di Venezia. A Cannaregio si poteva far fuoco per fondere i metalli e farne cannoni, la potenza di Venezia. Così aveva decretato la Repubblica Serenissima. 29 marzo 1516, il Doge emana un nuovo provvedimento: s’istituisca un ghetto per gli Ebrei.

Il Campo di Ghetto Novo diventa uno spazio urbano via via sempre più abitato e gli edifici diventano sempre più alti per poter ospitare i nuovi immigrati ebrei. Passa la storia, arriva Napoleone e apre le porte del Ghetto, è il 1797. La vita degli ebrei veneziani continua in città, ma il cuore delle attività comunitarie rimane il ghetto. Le sinagoghe, la scuola, gli amici diventano il nuovo ghetto. Arriva la Shoah’. E poi si tenta di ricominciare. A questo punto comincia la mostra “Isola verso il nuovo museo ebraico”.

“Deus ex machina – Emanuele Giannelli”

Infine, vi segnaliamo “Deus ex machina”, la mostra personale di Emanuele Giannelli nei locali della galleria d’arte contemporanea 1758 Venice Art Studio.

Dopo il successo nazionale ottenuto grazie alla monumentale esposizione pubblica di Mr. Arbitrium, lo scultore di origini romane presenta in una mostra personale a Venezia, una serie di opere tra i cicli più importanti del suo operato. Il suo rapporto con la società contemporanea è controverso e protagonista della sua poetica progressista, basata sul superamento dell’attuale realtà per avvicinarsi al concetto di postumano.

La cultura pop influenza la sua estetica, mentre concetti derivanti dalla filosofia punk influenzano la sua analisi critica sui conflitti socio-culturali che macchiano il nostro tempo rendendo il futuro un luogo incerto in cui vivere. Questi movimenti di protesta acuiscono la sua visione provocatoria trasmessa attraverso la realizzazione di sculture che affrontando tematiche scottanti e strettamente contemporanee, cercano di risvegliare la coscienza collettiva.

L’esposizione veneziana presenta tante occasioni in cui lo spettatore è chiamato a ragionare sul labile confine che intercorre tra la natura del determinismo collettivo e quello individuale. Le opere scultoree si trovano sospese tra un avvenire incerto e un presente in costante evoluzione, affrontando in modo dinamico i drammi più attuali e dalle conseguenze potenzialmente irreversibili.

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