Dal Museo del Novecento, con la mostra Remo Bianco. Le impronte della memoria, al Volvo Studio, con l’Appropriazione della Volvo dell’Artista, la città di Milano celebra uno dei più grandi artisti italiani del XX secolo: Remo Bianco.
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Remo Bianco. Le impronte della memoria
Al Museo del Novecento a Milano, fino al 6 ottobre 2019, sarà possibile ammirare la mostra intitolata Remo Bianco. Le impronte della memoria, a cura di Lorella Giudici con la collaborazione della Fondazione Remo Bianco, che presenta oltre 70 opere dell’artista, ripercorrendo le fasi della sua ricerca e rappresentandone i percorsi di vita e di lavoro, intrecciati in un flusso di straordinaria energia creativa.
Nella Milano del boom economico, il giovane Remo Bianco conosce e frequenta il grande pittore Filippo de Pisis e il suo entourage. La sua sarà una vita da “ricercatore solitario”, come si era autodefinito, sempre pronto a sperimentare idee nuove, frutto della sua fervida fantasia. Questa capacità di inventare e seguire percorsi nuovi l’hanno reso un artista molto peculiare per quei tempi, propositore di prospettive nuove, con un approccio divertito e sempre attento ai materiali e alle intuizioni espressive.
La sua produzione artistica è davvero varia: il recupero delle “cose più umili che di solito vanno perdute” (Impronte), l’assemblaggio di oggetti di poco valore in sacchetti di plastica fissati su legno (Sacchettini – Testimonianze), le opere 3D, i Collages, i Tableaux Dorés, le Sculture neve, i Qadri paralanti, sono i temi principali che l’artista affronta, spaziando dal tema del ricordo, a quello del dialogo a quello della celebrazione dell’arte stessa.
L’esposizione al Museo del Novecento ripercorre il ricco e sorprendente percorso di Remo Bianco esplorando proprio il tema della memoria, attraverso le sue opere e tramite un’esaustiva documentazione d’archivio: cataloghi, manifesti, articoli e fotografie d’epoca.
La Volvo d’artista
La Fondazione Remo Bianco, parallelamente alla mostra in corso al Museo del Novecento di Milano presenta inoltre un altro tassello della produzione caleidoscopica dell’artista: l’Appropriazione della Volvo dell’Artista, l’auto di Remo Bianco che egli stesso aveva trasformato nel 1985 in un Tableau doré e che è possibile vedere a Milano presso il presso il Volvo Studio Milano in Viale della Liberazione angolo Via Melchiorre Gioia, dall’8 al 22 settembre.
Dal 1957 realizza i primi Tableaux Dorés, la sua serie di opere più celebre e duratura, in cui fondi monocromi o bicromi vengono ricoperti con una griglia di foglie d’oro che danno alla superficie un fascino orientale e magico o, per usare le parole di un altro celebre artista, amico di Bianco, Mark Tobey, la fanno brillare come un “crepusco0lo greco”. Il pattern del Tableau doré diviene per Bianco una vera e propria firma intellettuale, tanto da farne la propria bandiera.
Nel ciclo di opere dal titolo “Appropriazioni”, che egli realizza a partire dalla fine degli anni ’60 fino agli anni ’80, l’artista utilizzerà infatti questi suoi riquadri d’oro per “impossessarsi” di spazi, immagini, dipinti, riviste e oggetti svariati tra cui la celebre Volvo (Volvo 144 / Serie 140 / 1966-1974), la cui carrozzeria è costellata da una moltitudine di dorate geometrie che la rendono un’opera d’arte e, come tale, unica e irripetibile.
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