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Marina Abramović e Ulay, un amore nel segno dell’arte

Vi raccontiamo l’amore tra gli artisti Ulay e Marina Abramović, una storia lunga 12 anni che ha emozionato il mondo all'insegna dell'arte

Marina Abramović e Ulay, un amore nel segno dell’arte. Quando l’arte incontra l’amore non possono che nascere storie incredibili. Passionali o tormentati che siano, gli amori tra artisti sono sempre un dono per la cultura. Basti pensare alla storia tortuosa di Frida Kahlo e Diego Rivera, all’amore di Lee Krasner e Jackson Pollock o all’ intenso rapporto tra Dalì e Amanda Lear. Sono relazioni, queste, destinate a lasciare un segno indelebile nella vita di chi li sperimenta, ma anche nel mondo. Oggi però vogliamo parlarvi dell’amore impetuoso e totalizzante vissuto dalla madre della Performance Art, Marina Abramović e dall’artista tedesco Ulay, scomparso nel 2020 all’età di 76 anni.

Un amore fulminante

È il 1976 quando la giovane artista Marina Abramović lascia il suo paese d’origine, la Jugoslavia e si trasferisce ad Amsterdam. Qui conosce Ulay, un artista tedesco che all’epoca si presentava con barba e capelli lunghi solo da un lato del viso, dall’altro appariva rasato. Questa particolare estetica, segno di un animo fortemente libero e dedito al concetto di arte fece sì che Marina si innamorò subito di Ulay. Il sentimento fu immediatamente ricambiato. Un amore a prima vista insomma. La coppia, un vortice di idee e creatività, inizia a sperimentare nel campo della Performance Art e decide di farsi chiamare The Other. Marina e Ulay girano il mondo con la loro arte a bordo di un furgone.

Le performance di The Other

Una delle prime performance da ricordare è a Bologna, nel 1977 alla Galleria d’Arte Moderna. Imponderabilia prevede la presenza dei due artisti immobili e completamente nudi all’ingresso della galleria, costringendo i visitatori a passare in mezzo ai loro corpi. Sempre a Bologna, nello stesso anno, ma allo Studio G7. Per Relation in time, i due artisti passarono diciassette ore in silenzio, seduti schiena contro schiena, uniti solo dall’intreccio dei loro capelli. Una delle performance più conosciute (e più brevi) è The Other: Rest Energy. Siamo ad Amsterdam nel 1980. Marina Abramović regge un grosso arco e Ulay ne tende la corda con una freccia nella rappresentazione estrema della fiducia.

Marina Abramović, "Italia, ti amo. Il mio cuore è con voi"

Marina Abramović, “Italia, ti amo. Il mio cuore è con voi”

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La fine di un amore

Siamo nel 1988, dopo dodici anni il rapporto tra i due artisti inizia a ad avere problemi. Marina sacrifica la famiglia all’arte: la scelta di abortire tre volte per non rinunciare alla carriera va contro la voglia di paternità di Ulay. L’ultima grande performance di The Other sancirà definitivamente la fine del loro amore. The Lovers: The Great Wall Walk è un progetto la cui preparazione dura ben otto mesi e il compimento 3. Partirono dalle due estremità della Grande Muraglia cinese – Marina dall’estremità orientale, Ulay da quella occidentale – e si incontrarono nel mezzo di questo cammino, percorrendo 2500 chilometri per salutarsi definitivamente e porre fine alla loro simbiotica relazione.

L’incontro al MoMa dopo 22 anni

Marina Abramović e Ulay si rivedono dopo ventidue anni di separazione durante una performance di lei al Moma di New York. “The Artist is Present” vede Marina seduta a un tavolo che attende ad occhi chiusi, un visitatore le si siede davanti e per due minuti i due si osservano in silenzio. Sette ore al giorno, per due settimane. Un giorno Ulay si presenta al tavolo. L’emozione di entrambi è palpabile, tangibile come una nebbia densa. In silenzio i due si raccontano gioie e nostalgie. L’imperdibile video ha catturato queste sensazioni uniche.

 

Il loro, tuttavia non è un lieto fine: violente liti fra i due artisti si conclusero in tribunale a causa della violazione di accordi artistici firmati in passato.

 

Alice Turiani

Photo Credit: Ulay Foundation

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