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Luce colore e sperimentazioni, Joaquìn Sorolla

Ricorre oggi l'anniversario di morte del pittore spagnolo Joaquìn Sorolla. Dipinse temi sociali di spiccato realismo, paesaggi solari e arguti ritratti

 

MILANO- Joaquín Sorolla è stato uno dei pittori e artisti grafici più prolifico dell’epoca, con più di 2200 opere catalogate. La sua sensibilità e la capacità di richiamare con il colore i dettagli di ogni singola scena che dipinge lo rendono un pittore unico. Il successo che raggiunse durante la sua epoca fu tale che gli permise di ottenere una fama internazionale allestendo mostre personali in Europa e in America.
GLI INIZI – Il pittore spagnolo Joaquín Sorolla nasce a Valencia il 27 febbraio 1863 da una famiglia di umili origini. A due anni perde entrambi i genitori e viene adottato dagli zii, i quali, malgrado dispongano di pochi mezzi, assecondano fin da subito le sue attitudini per il disegno. Al termine della sua formazione cominciò ad inviare opere a concorsi provinciali ed esposizioni nazionali di belle arti, grazie alle quali vinse svariate medaglie. A seguito del gran successo che ebbe a Valencia il suo quadro El crit del palleter avente per tema la Guerra d’indipendenza spagnola, ottenne un sussidio per andare a Roma dove conobbe l’arte classica e rinascentista, così come grandi musei e svariati artisti da studiare e con cui confrontarsi.
I VIAGGI – Nella capitale italiana conosce Pedro Gil Moreno, un uomo eclettico dalle vaste possibilità economiche che si diletta a dipingere. Proprio Moreno gli consiglia di visitare Parigi dove Sorolla apprende nuove tecniche pittoriche, capendo non solo che i suoi temi sono diversi dalle esigenze estetiche dell’epoca ma che la sua pittura è necessariamente legata ad una realizzazione ‘en plein air’ e non in studio. Proprio grazie a questa idea e a grazie al suo soggiorno parigino l’artista focalizza ancora più precisamente il suo scopo pittorico, incentrato sulla luce.
LA MATURITÀ ARTISTICA – Si sposò nel 1888 a Valencia e nel 1889 cominciò a vivere a Madrid dove in pochi anni riusci ad ottenere una buona fama e prestigio come pittore. Diversi lavori importanti commissionati da istituti artistici di grande rilievo lo portano a diventare professore accademico a Madrid. Negli anni successivi la sua pittura cambia avvicinandosi a quella di Velasquez che lui amava e considerava il più grande pittore di tutti i tempi. Dipinge ‘La mia famiglia’ del 1901 che, forse, trova ispirazione da ‘Las meninas’, e realizza ‘Nudo di donna’ del 1902 che riprende alcuni spunti dalla ‘Venere allo specchio’. Raggiunge la maturità e finalmente si sente realizzato, dichiara che per anni aveva cercato un ideale di pittura che solo aveva intravisto ma che adesso, liberato dagli obblighi di una pittura convenzionale, può dipingere solo ciò che vede e sente.
GLI ULTIMI ANNI – Nel 1914 fu nominato accademico e dopo aver terminato la monumentale opera insegnò tecnica del colore e della composizione nella Scuola di Belle Arti di Madrid, diffondendo il suo stile luminista nella società dell’epoca.Altrettanto importante fu la sua produzione come ritrattista. Fra i personaggi più importanti da lui ritratti ricordiamo: Juan Ramón Jiménez, il re Alfonso XIII, Vicente Blasco Ibáñez, José Ortega y Gasset. La sua attività fu interrotta inaspettatamente nel 1920 a seguito di un infarto mentre stava dipingendo un ritratto. La morte lo colse in un luminoso giorno d’agosto, il 10, del 1923 nella sua casa di Cercedilla.
A Madrid gli è stato dedicato il Museo Soroll.

 

 

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