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La chiesa sconsacrata piena di murales è il paradiso degli skaters

In Spagna esiste una chiesa sconsacrata che è un vero e proprio tempio per gli skaters. La parte più bella: i murales su tutte le pareti

MILANO – Immaginatevi di entrare in un edificio dall’architettura gotica ma riempita da tantissime forme e colori dipinti sulle pareti. Al centro al posto del pavimento ci sono delle rampe di legno e la luce penetra dalla finestre imponenti irradiando l’ambiente. È la chiesa sconsacrata che è diventata da alcuni anni il paradiso degli skaters. Si trova a Llanera, nel nord della Spagna, precisamente nelle Asturias ed è proprio la “mecca” degli skaters.
Entrando non potrete fare a meno di non smettere di guardarvi attorno e di spalancare la bocca dalla meraviglia. I murales sono ovunque e sono realizzati dal famoso e bravissimo street artist madrileno Okuda San Miguel, che quest’anno ha partecipato anche al Borgo Universo di Aielli.

 La chiesa dei murales

La chiesa in questione si trova a Llanera, ha una struttura gotica ed è stata progettata dall’architetto asturiano Manuel Del Busto nel 1912 per omaggiare Santa Barbara. In seguito alla Guerra Civile però la chiesa venne abbandonata per essere successivamente riscoperta da pochi anni da un gruppo di skaters. Il progetto di riqualificazione del luogo aveva come scopo quello di creare uno spazio perfetto per gli skaters. I lavori furono sorprendenti dato che l’edificio cristiano e classico si stava mescolando a quello street dei murales.
Colui che ha realizzato i lavori di restauro è Okuda San Miguel, uno degli street artist più famosi in Spagna. Il suo stile è fortemente riconoscibile a causa dei colori e delle forme geometriche.
Il suolo della chiesa, che viene chiamata Kaos Temple, è rivestito da una pavimentazione di legno curvato che quindi permette agli skaters di esibirsi e di allenarsi nelle più spettacolari evoluzioni.

 Lo stile di Okuda

Okuda San Miguel è conosciuto per il suo stile a stampe geometriche e figure umane grigie che simboleggiano le contraddizioni e i conflitti dell’esistenza, come quelli tra l’attaccamento alle proprie radici e le attrattive della modernità.
Di solito Okuda non accetta di dipingere in spazi interni, ma nel momento in cui ha visto l’architettura classica se ne è innamorato. Quando i lavori si conclusero, il contrasto tra la pittura contemporanea e la classicità del posto lo colpirono molto.

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