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Jean Cocteau in mostra a Venezia con “La rivincita del giocoliere”

La Collezione Peggy Guggenheim propone un approfondimento culturale e artistico da non perdere per conoscere il poliedrico artista francese del XX secolo, Jean Cocteau.

Un approfondimento culturale e artistico da non perdere per conoscere il poliedrico artista francese del XX secolo, Jean Cocteau.

Dal 13 aprile al 16 settembre 2024, a Venezia, la Collezione Peggy Guggenheim ospita la mostra Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere, prima, grande retrospettiva realizzata in Italia dedicata al poliedrico artista francese Jean Cocteau.

Allestita negli spazi espositivi, la mostra è curata dall’autorevole esperto dell’artista e storico dell’arte presso la New York University. Kenneth E. Silver.

La mostra dedicata all’enfant terrible della scena artistica francese del XX secolo, getta luce sulla versatilità – o destrezza da giocoliere – che sempre ha caratterizzato il linguaggio artistico di Cocteau e per la quale l’artista è stato spesso criticato dai suoi contemporanei.

La rivincita del giocoliere – Jean Cocteau

La mostra

La mostra ripercorre ed esplora lo sviluppo dell’estetica, unica e personalissima del poliedrico artista mettendo in risalto i momenti salienti della sua tumultuosa carriera attraverso oltre centocinquanta lavori.

Le opere rappresentative della poliedricità dell’artista spaziano da disegni a opere grafiche, da gioielli ad arazzi, documenti storici, libri, riviste, fotografie, documentari e film diretti dallo stesso Cocteau, provenienti da prestigiose realtà museali internazionali, tra cui Centre Georges Pompidou, Parigi, Phoenix Art Museum, Nouveau Musée National de Monaco, Musee Jean Cocteau, Collection Séverin Wunderman, Menton, nonché importanti collezioni private, tra cui la prestigiosa Collezione Cartier.

Il percorso espositivo si snoda intorno a una serie di capitoli che toccano i principali temi al centro dell’opera di Cocteau: l’Orfeo e il tema della poesia, l’eros, il classico nell’arte, Venezia e il rapporto con Peggy Guggenheim, il cinema e il design, che si esprime nella moda ma soprattutto nel gioiello e nelle arti applicate.

Una sorprendente selezione di disegni mette in luce la centralità del tema del desiderio nella sua pratica artistica, così come il rapporto ambivalente che sempre legò Cocteau a Cubismo, Dadaismo e Surrealismo.

Non manca una sezione legata al suo rapporto con il mondo pubblicitario e quello cinematografico, mettendo in luce l’impatto che la sua arte ebbe su artisti del calibro di Andy Warhol, Félix Gonzáles-Torres e Pedro Almodóvar.

Un’occasione unica per ammirare esposta in mostra La spada d’Accademico di Jean Cocteau (1955) realizzata per lui, su suo disegno, da Cartier, in oro e argento, con smeraldi, rubini, diamanti, avorio (in origine), onice e smalto.

Racchiuse in questo oggetto di estrema raffinatezza, si trovano il profilo di Orfeo, che fu per decenni il fulcro dell’identità artistica di Cocteau, una lira e una stella, anch’essi simboli ricorrenti nell’opera dell’artista.

La spada, utilizzata il 20 ottobre 1955, quando venne conferito all’artista il titolo di Accademico di Francia.

L’esposizione è accompagnata da un ricco catalogo illustrato, edito da Marsilio Arte, con saggi del curatore Silver e di Blake Oetting.

Il commento dei curatori della mostra

La direttrice Karole P. B. Vail, ha dichiarato come: – “La Collezione Peggy Guggenheim è oggi un luogo particolarmente adatto ad ospitare questa mostra”, ha esordito Vail, “innanzitutto, per il rapporto di amicizia che a lungo ha legato Cocteau a Peggy Guggenheim.

È proprio con una mostra a lui dedicata, suggerita da Marcel Duchamp, che Peggy inizia la sua carriera artistica nella galleria londinese Guggenheim Jeune, nel 1938.

A questo si aggiunge il grande amore che sempre ha unito Cocteau a Venezia, un legame indissolubile nato in occasione della sua prima visita, all’età di quindici anni, che lo porterà regolarmente a visitare Venezia, negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale – ha poi aggiunto che – questa mostra possa offrire l’opportunità unica di riscoprire l’arte di Cocteau con lo sguardo nuovo di chi vive nel XXI secolo.”

Il curatore Silver ha altresì dichiarato che – “La sua sorprendente versatilità artistica, per la quale in vita è stato spesso criticato per essersi dedicato a troppi interessi, ora ci appare un elemento precursore, un modello per quel tipo di fluidità culturale che oggigiorno ci si aspetta dagli artisti contemporanei.

Tutto questo, unito alla sua omosessualità più o meno dichiarata e alla sua lotta pubblica contro la dipendenza dall’oppio, lo rendono ancora più attuale.”

Jean Cocteau

Tra le figure più influenti del Novecento, Cocteau è stato un creatore di sorprendente portata.

Si definiva un poeta, ma anche romanziere, drammaturgo e critico, scriveva testi su arte e musica e adottava diverse forme narrative, tra cui gli scritti di viaggio e le memorie.

Ma Cocteau è stato anche un brillante artista visivo, abile, innovativo, capace di approcci originali, ed è proprio quest’ultimo aspetto della sua vita creativa il fulcro della mostra alla Collezione Peggy Guggenheim: il Cocteau disegnatore, grafico, muralista, designer di moda, di gioielli, tessuti, e regista.

Per questo suo eclettismo può essere considerato a tutti gli effetti un uomo del Rinascimento dei tempi moderni, la cui estrema versatilità e sperimentazione hanno lasciato un segno indelebile nell’arte del XX secolo.

Figura chiave della scena artistica parigina dell’epoca, ruotavano intorno a lui artisti del calibro di Josephine Baker, Coco Chanel, Sergej Djagilev, Edith Piaf, Pablo Picasso e Tristan Tzara. Tuttavia, la franca affermazione della sua sessualità e la dipendenza dall’oppio, di cui mai fece mistero, sono le ragioni prime della sua posizione precaria all’interno dell’ambiente avanguardista contemporaneo.

Uomo dell’establishment francese, eppure così eversivo nei confronti di esso, Cocteau incarna le contraddizioni culturali, sociali e politiche della sua epoca.

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