Da Botticelli a Mucha: l’arte della seduzione in mostra a Torino

22 Giugno 2025

Visitabile presso i Musei Reali di Torino e Arthemisia, la mostra "DA BOTTICELLI A MUCHA. Bellezza, natura, seduzione" è un viaggio attraverso la bellezza rappresentata nelle sue varie sfaccettature.

Da Botticelli a Mucha l'arte della seduzione in mostra a Torino

Con taglio del tutto inedito, la mostra “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione” prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia, curata da Annamaria Bava, presenta oltre cento opere provenienti dall’immenso patrimonio dei Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e da altre prestigiose istituzioni e collezioni nazionali e internazionali, e mette in dialogo capolavori diversi per epoca, tipologia e provenienza sul tema della bellezza interpretata attraverso il mito, il fascino dell’antico, la meraviglia della natura, oltre a quella propria del mondo femminile, rappresentata con grazia e sensualità esemplari.

Partendo dal glorioso Rinascimento italiano fino agli anni della Belle Époque, in mostra fino al 27 luglio 2025 saranno presenti opere di Sandro Botticelli – creatore di figure femminili senza tempo come la sua celebre Venere, Antonio Canova, Alphonse Mucha, Leonardo da Vinci e tanti altri maestri.

Perché questa mostra: la bellezza nel segno di Venere e di Elena

La mostra non poteva che aprirsi con una sezione dedicata a Venere, dea della bellezza e dell’amore, ma anche simbolo della forza generatrice della natura, soggetto tra i più rappresentati e celebrati dagli artisti di ogni tempo. Fra le varie opere esposte spicca la celebre Venere di Botticelli, oggi nella collezione Gualino della Galleria Sabauda, messa a confronto con la Venere di Lorenzo di Credi.

La grande fortuna e la diffusione dei temi legati a Venere dall’antichità fino all’Ottocento è testimoniata da una selezione di oggetti preziosi e di dipinti. Per la prima volta, sono inoltre esposte le indagini diagnostiche realizzate sulla Venere di Botticelli, dalle quali emergono la tecnica del disegno e i ripensamenti dell’artista. Dalla bellezza divina a quella umana:la mostra prosegue con la declinazione del mito di Elena, simbolo di femminilità in tutta la cultura occidentale.

Il potere di seduzione esercitato nei secoli da questo personaggio e gli avvenimenti connessi al suo mito e alla guerra di Troia sono raccontati a partire dalle tavole tardo cinquecentesche di Lambert Sustris e da due splendidi arazzi di inizio Seicento della Manifattura di Bruxelles: il Rapimento di Elena ed Elena accolta dal re di Troia Priamo, fino al raffinato gruppo scultoreo in marmo con Il ratto di Elena di Francesco Bertos e all’elegante biscuit tardo settecentesco della Manifattura di Sèvres, raffigurante Il giudizio di Paride.

La terza sezione, dedicata alle Grazie, non poteva che ospitare tre disegni di Antonio Canova appartenenti alle collezioni della Biblioteca Reale: un nudo femminile, un gruppo di ninfe con un amorino e un disegno a carboncino, ritenuto uno dei più intensi tra gli i fogli che Canova disegnò per il celebre gruppo marmoreo de “Le Tre grazie”.

Una mostra green: il bello nel mondo della natura

La quarta sezione vede protagonista Girolamo da Carpi, artista ferrarese attivo nella prima metà del Cinquecento; il Taccuino romano è il suo capolavoro, ispirato alle vestigia romane. Alle meraviglie della natura si ispirano invece gli album naturalistici di Carlo Emanuele I, della sezione successiva: vi sono raffigurati animali acquatici, come pesci del Mediterraneo, pesci d’acqua dolce, rettili, mammiferi, molluschi, crostacei ed echinodermi.

Il cosiddetto Album dei fiori è, invece, formato da cinquantatré tavole, diverse per dimensione, ma tutte illustrate ad acquerello su carta. I disegni, ad eccezione della tavola che descrive una stella marina, sono riferibili per lo più a fiori e piante comuni, ma anche a specie esotiche; non mancano inoltre fiori e piante di invenzione, alcune importate in Europa dal Nuovo Mondo, create ad arte dalla sensibilità barocca per stupire lo spettatore.

L’universo senza tempo della bellezza femminile

Ampio spazio, in mostra, è dedicato a una serie di figure femminili emblematiche, caratterizzate dall’incontro fra la grazia e l’eccezionalità delle loro virtù, fra storia, mito e allegoria Le ultime sale sono appunto dedicate all’universo femminile partendo dalla testa colossale detta Acrolito di Alba, del fine II secolo a.C., proseguendo con una serie di dipinti dedicati all’ideale della donna elevato tra grazia e virtù. Da non perdere a è la Giovane donna con l’unicorno di Luca Longhi realizzata a metà del Cinquecento.

La giovane ritratta è probabilmente Giulia Farnese, giovanissima amante del cardinale Rodrigo Borgia, poi Papa Alessandro VI. La bellezza dei corpi femminili trova il suo splendore nella serie delle Muse del pittore Antiveduto Gramatica così come nelle sei tele delle Sibille, realizzate dalla pittrice Orsola Maddalena Caccia La penultima sala offre una selezione di quadri di corte, tra regine, principesse e dame e il percorso continua poi con le figure eteree e floreali di Alphonse Mucha.

L’artista ceco, uno dei più influenti esponenti dell’Art Nouveau, grazie alla tecnica della cromolitografia e a committenti come la celeberrima attrice Sarah Bernhardt, l’editore Champenois o la casa di champagne Moët & Chandon, contribuisce in maniera fondamentale alla creazione e alla capillare diffusione dell’immaginario e dello stile della Belle Époque.

La mostra si conclude al primo piano della Galleria dove è custodito il disegno autografo di Leonardo da Vinci, noto come Volto di fanciulla, considerato lo studio preparatorio per l’angelo della Vergine delle rocce, nella versione parigina. Il suo sguardo è intenso e magnetico ed esprime tutta la forza del genio di Leonardo.

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