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Claude Monet, la semplicità fa l’incanto

Con all’attivo oltre 500 opere, Monet è stato uno dei pittori più prolifici della storia dell’arte e i suoi lavori sono conservati nelle collezioni dei musei più importanti del mondo

MILANO – Il mondo dell’arte ricorda oggi la scomparsa di Claude Monet. Con all’attivo oltre 500 opere, Monet è stato uno dei pittori più prolifici della storia dell’arte e i suoi lavori sono conservati  nelle collezioni dei musei più importanti del mondo. Universalmente riconosciuto come uno dei più grandi pittori della civiltà artistica moderna. Protagonista assoluto dell’Impressionismo, ha dedicato la sua vita a ricercare le sfumature di colore che percepiva nell’atmosfera delle città, delle campagne, dei porti per trasporle poi sulla tela.

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Gli esordi

Claude Monet nasce a Parigi il 14 novembre 1840 e a 5 anni Claude e la sua famiglia si trasferirono a Sainte-Adresse, un sobborgo di Le Havre, dove il padre iniziò a gestire un piccolo negozio; e qui il giovane Monet cominciò a dipingere con passione, acquistando anche una certa fama in città. Fu grazie al pittore Eugène Boudin, il suo vero, primo maestro, che Monet incominciò a dipingere en plein air. A Parigi, dove si spostò per studiare pittura, Monet conobbe Delacroix, Courbet e Pissarro, ma anche Baudelaire e Manet. Nell’ottobre del 1860 partì alla volta di Algeri, chiamato alle armi per il servizio militare (che in teoria durava sette anni); ma tornò due anni dopo con una licenza per malattia. Ritornato a Le Havre, continuò a dipingere a fianco di Boudin e conobbe Johan Barthold Jongkind, pittore fiammingo. Verso la fine dell’anno del 1864, a causa di un litigio col padre, Monet ritorna a Parigi e l’anno dopo viene ammesso al Salon con due paesaggi marini, ‘Il molo a Honfleur’ e ‘La foce della Senna a Honfleur’; nel mentre comincia a lavorare a “Le Déjeuner sur l’herbe” ispirato al dipinto di Manet, che terminerà solamente nel 1865, ormai quasi del tutto cieco. Allo scoppio della guerra con la Prussia, per evitare il richiamo alle armi, Monet va a Londra, dove ritrova Charles-François Daubigny e Camille Pissarro, con il quale dipinge, visita i musei londinesi, interessandosi alle opere di Turner e Constable, e conosce l’importante mercante d’arte francese Paul Durand-Ruel, che qui ha una galleria. Il 17 gennaio 1871 muore suo padre e Claude si stabilisce ad Argenteuil, vicino Parigi, dove allestisce uno studio galleggiante sulla Senna.

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La nascita dell’impressionismo

Il 15 aprile 1874 s’inaugura, nello studio del fotografo Nadar, la mostra del gruppo “Societé anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs”, composto fra gli altri, da Monet, Cézanne, Degas, Morisot, Renoir, Pissarro e Sisley, polemici nei confronti della pittura, allora di successo, accettata regolarmente nei Salons. Monet vi presenta la tela, dipinta due anni prima, “Impressione, levar del Sole” e il critico Louis Leroy prende spunto dal titolo del quadro per coniare ironicamente il termine Impressionismo. Nel 1877 Monet dipinge una serie di vedute, in ore e luci diverse, e in differenti angolature, della stazione parigina di Saint-Lazare, moderna costruzione in ferro e vetro, uno dei maggiori simboli della modernità. Nel marzo 1883, dopo aver tenuto un’importante mostra, si trasferisce con Alice (sua moglie) e la famiglia a Giverny, in Normandia. Nel maggio 1887 Durand-Ruel organizza una mostra di impressionisti a New York e l’anno dopo è a Londra. Nel giugno 1889 Monet espone nella Galleria di Petit 145 tele in una mostra antologica della sua pittura dal 1864 al 1889. Dal 1889 al 1891, dipinge la serie dei Covoni, scanditi nel mutare delle stagioni e delle ore, dando sempre meno importanza alla forma e invece crescente valore al colore. Da sempre afflitto da problemi economici, finalmente Monet può tirare un sospiro di sollievo e diventato mediamente ricco, acquista la casa di Giverny e la ristruttura creando il famoso stagno dove coltiverà le ninfee. Sono in questi stessi anni che inizia a dipingere la serie delle Cattedrali di Rouen.

 

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