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Che cos’è la Fabbrica di San Pietro e cosa custodisce

Nuova indagine fra le mura del Vaticano. Ma cosa si intende esattamente quando si parla di "Fabbrica di San Pietro"? E cosa custodisce al suo interno?

Nuova indagine fra le mura del Vaticano. La magistratura pontificia ha avviato un’indagine sui conti della Fabbrica di San Pietro, affidando l’incarico al nunzio apostolico Mario Giordana. Ma cosa si intende esattamente quando si parla di “Fabbrica di San Pietro”? E cosa custodisce al suo interno?

La storia

La Fabbrica di San Pietro è un ente creato per la gestione dell’insieme delle opere necessarie per la realizzazione edile e artistica della Basilica di San Pietro in Vaticano. La storia cinquecentenaria della Fabbrica di San Pietro risale ai tempi di papa Giulio II, che nel 1506 aveva dato inizio alla costruzione della nuova Basilica Vaticana. Nel 1523 papa Clemente VII nominò una commissione di sessanta periti alle dirette dipendenze della Santa Sede con il compito di curare la costruzione e l’amministrazione della Basilica. 

Di cosa si occupa

La Fabbrica di San Pietro si occupa di tutto quanto necessario per il restauro e il decoro dell’edificio, nonché della disciplina interna dei custodi e dei pellegrini. Recentemente il Vaticano ha aperto gli archivi agli studiosi. Fra i preziosi documenti catalogati vi sono migliaia di note, progetti, contratti, ricevute, corrispondenze (ad esempio fra Michelangelo e la Curia), che costituiscono una documentazione del tutto sui generis sulla quotidianità pratica degli artisti coinvolti.

Che cosa custodisce

L’archivio è composto da cento armadi pieni di carte, contratti, ricevute, richieste, testimonianze. Messi uno di fianco all’altro, occupano uno spazio lungo circa 2 km. Si trova nella sua attuale collocazione dal 1984, quando è stato inaugurato da papa Giovanni Paolo II. Nel corso della sua storia, dal Cinquecento ai giorni nostri, l’archivio ha cambiato posizione moltissime volte. È stato nella vecchia Sagrestia, poi dentro la Basilica. Poi addirittura fuori dal Vaticano, nel tentativo di metterlo in salvo dai saccheggi napoleonici. Poi di nuovo all’interno della Basilica. 

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