MILANO – Può una bustina di tè usata trasformarsi in un’opera d’arte? Ai più razionali verrà naturale pensare di no. Non è stato così per Ruby Silvious, visual art e graphic designer di origini filippine ma newyorkese di adozione, che da semplici bustine di tè ha dato vita a “363 Days of Tea: A Visual Journal on Used Tea Bags” una sorta di diario su cui dipingere pensieri, emozioni e sentimenti a cui ha fatto seguito, nel 2016, “52 Weeks of Tea” in cui ai giorni si sostituiscono le settimane.
DAYS OF TEA – “Tutto quello che possiamo incontrare nella nostra vita quotidiana, come un maglione drappeggiato su un appendiabiti, tazze da tè, bottiglie di vino, una ciotola di riso, i bambini che giocano” dice l’artista. Infatti non esiste un unico tema perché ad ispirare la Silvious sono quadri, film, moda, attualità, attimi di vita trasformati in capolavori.
TÈ D’AUTORE – Dopo essere state utilizzate le bustine di tè vengono messe ad asciugare. Alcune vengono semplicemente svuotate, lasciando intatta la forma, altre invece vengono aperte, allungate e ritagliate. Ognuna ha una sua particolarità ma a tutte viene lasciato intatto il filo e l’etichetta. A prescindere dalla forma, però, ogni bustina da “spazzatura” si trasforma in una piccola opera d’arte, unica, speciale.