I malinconici versi di Tolkien tratti da “Il signore degli anelli”

1 Settembre 2024

I versi di J.R.R. Tolkien contenuti all'interno della sua monumentale opera "Il Signore degli Anelli" vanno ben oltre la funzione di un semplice espediente narrativo. La poesia e il canto sono parte integrante del vasto e complesso arazzo che compone il mondo della Terra di Mezzo. Leggiamoli assieme.

I malinconici versi di Tolkien tratti da "Il signore degli anelli"

I versi di J.R.R. Tolkien contenuti all’interno della sua monumentale opera “Il Signore degli Anelli” vanno ben oltre la funzione di un semplice espediente narrativo. La poesia e il canto sono parte integrante del vasto e complesso arazzo che compone il mondo della Terra di Mezzo e offrono al lettore uno sguardo profondo sulle culture, sulle tradizioni e sulle memorie di questo universo immaginario.

Tra le poesie più emblematiche, spiccano i versi dedicati a Gil-galad, un antico re degli Elfi, che raccontano con malinconia e bellezza la fine di un’era.

Tolkien e la poesia di Gil-galad

I versi su Gil-galad, riportati da Samwise Gamgee e poi completati da Aragorn, evocano un passato glorioso ormai perduto:

“Gil-galad degli Elfi era Signore
ma triste s’ode ora il cantore
dei giorni liberi e belli del suo regnare
fra le bianche Montagne e il vasto mare.”

Questa poesia racconta la storia di un re che ha governato durante un periodo di grande prosperità e libertà per gli Elfi, ma il tono è permeato da una malinconia che riflette la perdita e la caduta di quel mondo. Gil-galad, l’ultimo Alto Re degli Elfi in Terra di Mezzo, è simbolo di un’epoca dorata che è finita tragicamente con la sua morte nella battaglia contro Sauron. I versi fanno emergere il tema della caducità e della nostalgia, comuni in molte delle poesie presenti ne “Il Signore degli Anelli”, richiamando l’idea che persino i grandi regni e i potenti sovrani non sono immuni al passare del tempo e alla corruzione del male.

Le poesie e i canti ne “Il Signore degli Anelli” servono molteplici scopi all’interno della narrazione. Da un lato, arricchiscono l’ambientazione, offrendo uno sguardo sui miti, sulle leggende e sulle storie tramandate tra le varie razze della Terra di Mezzo.

Attraverso questi versi, Tolkien riesce a infondere una profondità storica e culturale al suo mondo, rendendolo più tangibile e vivido per il lettore. La poesia di Gil-galad, per esempio, non è solo un ricordo personale per gli Elfi, ma un frammento di un passato che continua a influenzare il presente, ricordando ai personaggi e ai lettori le glorie e le tragedie di un’era che ha definito il corso degli eventi attuali.

Dall’altro lato, le poesie di cui si serve Tolkien fungono da strumenti per lo sviluppo dei personaggi. Il fatto che Sam reciti i versi su Gil-galad mostra la sua curiosità e il suo desiderio di conoscere il passato, anche se non appartiene direttamente a quel mondo. Questo dettaglio rivela molto del carattere di Sam, della sua apertura mentale e del suo interesse per le storie degli altri, che alla fine gioca un ruolo cruciale nella sua crescita personale durante il viaggio.

La varietà di temi e stili

L’opera di Tolkien non è limitata a un solo tipo di poesia o canto; la varietà è sorprendente e spazia dalle ballate epiche, come quella di Gil-galad, ai canti allegri e leggeri degli Hobbit. Questa diversità riflette la complessità della Terra di Mezzo e delle sue culture. Gli Elfi cantano di antiche tragedie e della bellezza eterna, mentre i Nani celebrano la durezza della pietra e il fuoco delle fucine, e gli Hobbit preferiscono temi più spensierati, legati alla vita quotidiana e alle feste.

Un altro esempio è il canto di Aragorn su Lúthien e Beren, una storia d’amore epica che rispecchia il suo stesso destino con Arwen. Questo canto, oltre a collegare la storia personale di Aragorn con un mito del passato, rivela la profondità dei suoi sentimenti e il peso delle sue scelte. Allo stesso modo, i canti degli Ent testimoniano la lentezza e la saggezza delle creature più antiche della Terra di Mezzo, mentre il canto di Gollum su “pesciolini” rivela la sua mente tormentata.

Nel contesto della narrazione, i canti e le poesie inserite da Tolkien fungono anche da rifugio per i personaggi, un modo per trovare conforto e resistere alle difficoltà. La musica e i versi sono spesso un modo per i protagonisti di connettersi con le loro radici, di ricordare chi sono e cosa stanno lottando per proteggere. In un mondo in cui la guerra e l’oscurità minacciano di sopraffare ogni cosa, le canzoni e le poesie rappresentano un baluardo di luce e speranza.

Tolkien, attraverso “Il Signore degli Anelli”, ci invita a vedere oltre la semplice narrativa d’avventura, mostrando che in ogni angolo della Terra di Mezzo si nascondono storie cantate e versi sussurrati. Le poesie e i canti non sono solo parte del folklore della Terra di Mezzo, ma un mezzo potente per esplorare temi universali come l’amore, la perdita, la speranza e la memoria. In questo modo, Tolkien trasforma il suo universo fantastico in qualcosa di straordinariamente umano e profondamente toccante.

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