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Glenn Cooper, “I personaggi dei miei libri sono eroi imperfetti”

Abbiamo incontrato l'autore americano a Torino, al Circolo dei lettori, per parlare con lui dei suoi libri, di scrittura e non solo.

TORINO – Glenn Cooper è in Italia a presentare il terzo capitolo della sua trilogia Dannati, L’invasione delle tenebre, sempre edito da Nord: l’abbiam incontrato a Torino, al Circolo dei lettori, per parlare con lui dei suoi libri, di scrittura e non solo.

Se qualcuno che non sa niente di lei sapesse che lei è uno scrittore e le chiedesse che tipo di libri scrive, lei come glieli presenterebbe?

I miei libri sono tante cose: thriller esoterici, con riferimenti storici e anche parti da romanzi storico, ma anche storie che fanno pensare con questioni filosofiche, morali, scientifiche. E direi anche che sono belle storie, che piacciono molto probabilmente per tutti questi motivi.

Un appassionato di serie come X-Files e Fringe non può non notare nei suoi libri atmosfere e tematiche simili a quelli di questi telefilm, in un’ottica anche di storie di fantascienza che non sono solo, come molti pensano, i viaggi nello spazio alla Star Trek. Quali sono i suoi maestri in tal senso e cosa pensa di genere fantastico?

Sono un grandissimo appassionato di fantascienza fin dall’infanzia, ho letto veramente tantissimo, a cominciare dai classici come Bradbury e Herbert. Ho notato che in Italia non c’è molto del genere a partire i titoli resi famosi dal cinema tipo appunto Star Trek e Star Wars, però devo dire che le mie storie sono abbastanza insolite nel panorama fantascientifico, visto che parlo di argomenti come i rapporti tra scienza e fede, delle dimensioni parallele spiegate razionalmente, tutte cose che ai miei lettori piacciono molto. Parlando di serie tv, devo dire che ho apprezzato molto sia X-Files, di cui sono contentissimo per il ritorno in tv, che Fringe che Lost, e alla fine di queste serie ho apprezzato e preso il tema di non spiegare mai tutto completamente.

Dopo il caso Wikileaks si parla anche nella cronaca reale del tema della cospirazione, oltre che al cinema, nelle serie tv e nei romanzi. Per i suoi intrecci dove si parla di cospirazioni si è ispirato a qualcosa di vero?

Preferisco lasciar perdere i fatti reali, che pure mi interessano, e inventare da me i miei intrecci e cospirazioni, creando universi paralleli anche se affini al nostro.

Quanto tempo ci mette a scrivere uno dei suoi libri?

La parte più lunga è quella di pensare a che storia voglio raccontare. Ci metto comunque un anno circa dalla prima idea alla prima stesura e decido come finirà in corso d’opera, non prima come fanno altri autori. Inoltre, mi piace che i miei lettori abbiano del materiale in più su cui fantasticare che io non svelo del tutto.

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Tra le attività che ha svolto c’è stata anche quella di operatore in un campo profughi in Tailandia. Cosa pensa della tragedia umanitaria che sta accadendo in Siria alla luce di questa sua esperienza?

I politici pensano a questioni come questo dramma dei profughi come ad una storia globale, ma se lavori in un campo profughi ti confronti con le storie singole, con le persone, ed è tutta un’altra ottica. D’altro canto, per modificare l’opinione pubblica su certi argomenti non bastano dati e numeri, ma le immagini, le storie singole, come la bambina bruciata dal napalm in Vietnam, il ragazzo di fronte ai carri armati in piazza Tiennamen, il bimbo siriano morto sulla spiaggia.

Come definisce i suoi personaggi?

Mi piace pensare a loro come a degli eroi imperfetti, complessi e anche con tanti difetti. Gli eroi senza macchia e senza paura, che sanno tutto e fanno sempre tutto bene non fanno per me.

Nei suoi libri sono presenti molti personaggi della Storia europea, come mai ha questa predilezione rispetto a quella del suo Paese?

Perché la storia americana, pur molto interessante, è troppo breve e recente, con quella europea si può spaziare molto di più.

C’è qualche progetto per fare un film dai suoi libri e a lei che attori piacerebbe vedere interpretare nei suoi protagonisti?

Ci sono dei progetti, ma il problema è il budget, le mie sono storie che richiedono molto dispiego di energia. Comunque, si parla di una serie tv e non di un film. Uno dei miei attori preferiti è Russel Crowe, e mi piacerebbe tanto vederlo in un film tratto da un mio lbro. Ma questo è ancora tutto da decidere.

 

Elena Romanello

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