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Glenn Cooper, ”Il mio ultimo libro è più spaventoso del precedente ”

Il ritorno all'inferno sarà ancora più spaventoso'. Glenn Cooper avvisa i suoi fan, il sequel di 'Dannati' sarà ancora più pauroso del primo capitolo. Ne 'La porta delle tenebre' il viaggio all'inferno sarà arricchito dalla comparsa di personaggi illustri della storia, da Garibaldi a Stalin...

E’ uscito da poco in libreria il nuovo libro di Glenn Cooper ‘La porta delle tenebre’ sequel di ‘Dannati’ uscito nel 2014. Un altro viaggio infernale per i protagonisti della sua storia che scopriranno di non aver conosciuto tutto su quel terribile mondo

 

MILANO‘Il ritorno all’inferno sarà ancora più spaventoso’. Glenn Cooper avvisa i suoi fan, il sequel di ‘Dannati‘ sarà ancora più pauroso del primo capitolo. Ne ‘La porta delle tenebre‘ il viaggio all’inferno sarà arricchito dalla comparsa di personaggi illustri della storia, da Garibaldi a Stalin. Il libro, tra l’altro, sarà di preparazione all’ultimo capitolo della trilogia, ‘L’invasione delle tenebre’ che uscirà in Italia a novembre 2015. In occasione dell’uscita del secondo capitolo, abbiamo parlato con l’autore statunitense. Ecco l’intervista completa:

 

Prima di iniziare a scrivere libri si è concentrato in particolare sulle sceneggiature. Le volevo chiedere se e quali differenze pensa che ci siamo nel pensare e costruire una trama per un libro e per un film e quali delle due vie considera più semplice da realizzare.

La differenza più evidente tra le due forme espressive è nelle descrizioni. Nella sceneggiatura gli elementi descrittivi sono solo accennati, saranno poi il regista e lo scenografo a realizzare concretamente l’ambientazione. Nel romanzo, invece, lo scrittore fa tutto il lavoro. Il mio approccio è comunque lo stesso, sia nello sviluppo della trama sia nel ritmo della narrazione. Ciò che secondo me è essenziale per entrambi è la progettazione che sta alla base del lavoro di scrittura. Tempo fa credevo che scrivere sceneggiature fosse più semplice per la mancanza di descrizioni, ma ora non più. Un buon sceneggiatore deve essere in grado di ottenere il massimo con l’essenziale.

 

Il suo stile è stato spesso elogiato e viene messo a confronto con Dan Brown, le fa piacere? Cosa pensa la distingua dal suo collega?

 Il confronto con Dan Brown mi lusinga davvero, è uno degli scrittori più talentuosi e di successo di sempre. Preferirei che fossero i lettori a stabilire in cosa siamo più simili e in cosa no.

 

Nonostante passi molto tempo a scrivere trova sempre il tempo di parlare e incontrare i suoi fan. Le è mai capitato di modificare le sue storie in seguito a critiche o seguire consigli dei fan per nelle sue trame?

Cerco sempre di trovare il tempo per chiacchierare con i miei fan. Non credo di aver mai cambiato un progetto già in fase di lavorazione avanzata, ma sono molto attento ai suggerimenti e cerco sempre di scrivere storie che mi appassionino, ma soprattutto che possano appassionare i  miei lettori.

 

Veniamo al suo ultimo libro. Emily deve ritornare all’inferno a recuperare sorella e nipoti. Sembra che ormai sappia come muoversi, ma secondo lei qual è la difficoltà più grande che deve affrontare indipendentemente da tutto?

Quando Emily arriva all’Inferno la prima volta si trova in un mondo sconosciuto e ostile ed è costretta ad affrontare una delle sue paure più grandi, quella dell’ignoto. In questo nuovo viaggio deve affrontare una sfida ancora più difficile, perché stavolta sa che cosa la aspetta. Sa che l’Inferno è un posto orribile e le minacce incombenti sulla sua famiglia renderanno il ritorno ancora più spaventoso.

 

Nel libro si diverte ad inserire e a far comparire personaggi storici realmente esistiti (Himmler, Stalin, Caravaggio, Garibaldi) le cui storie si intrecciano creando situazioni anche comiche. Si è mai ritrovato in dubbio nel porre o meno un personaggio all’inferno?

Ho avuto dubbi solo su Garibaldi. Volevo un eroe da mandare all’Inferno e ho scelto lui, anche se con un certo timore. È pur sempre un simbolo della storia Italiana che stavo mettendo in una situazione molto poco lusinghiera.

 

Considera la Divina Commedia di Dante un modello di riferimento per la sua opera?

Assolutamente sì. E lo è anche il viaggio di Orfeo nel mondo dei morti.

 

23 luglio 2015

 

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