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“Ogni giorno tenere” (2024), l’emozionante inno alla vita di Mariangela Gualtieri

"Ogni giorno tenere un po' di fame": inizia così la commovente poesia in cui Mariangela Gualtieri celebra la vita nelle piccole azioni quotidiane.

Cosa rende la nostra vita speciale? Mariangela Gualtieri ce lo racconta con “Ogni giorno tenere“, un’emozionante poesia che celebra la bellezza delle cose semplici, del fermarsi un attimo in contemplazione, dell’amare la piccolezza, la mortalità, la vita nel suo fluire naturale.

“Ogni giorno tenere” di Mariangela Gualtieri

Ogni giorno tenere
un po’ di fame.

Stare seduti a non far niente
almeno una manciata di minuti.
Dare alla terra un sorso d’acqua
un ossicino una foglia
– lei prende e centuplica e scatena –
guardare bene una faccia

nutrire un animale, almeno uno.
Guardare spesso il cielo.
Leggere una poesia sola.
Dire grazie.
Abitare un silenzio
con il corpo pregare – coi passi con le braccia.

A questo aggiungere la tua legge grande.
E può bastare.

Dove puoi leggere “Ogni giorno tenere”

“Ogni giorno tenere” è tratta dall’ultima raccolta di Mariangela Gualtieri, pubblicata il 30 aprile 2024 da Giulio Einaudi Editore. 

Il libriccino, che si intitola “Ruvido umano“, racchiude sei sezioni che esplorano alcuni fra i temi più cari alla poetessa di Cesena: Ruvido umano, Selvatico sacro, Felice te, Nove marzo 2020 e dintorni, Sermone al mio celeste pollaio e Inno parlano di umanità, fragilità, tempo, morte, dolore, sacralità, natura e amore attraverso il consueto, emozionante linguaggio di un’autrice che si è ormai affermata come una delle voci poetiche più amate del nostro tempo.

L’umanità ha le sue asprezze, la sua violenza nei confronti del mondo. E il nuovo libro di Mariangela Gualtieri si apre e si chiude con poesie che toccano il tema di questa ruvidezza. In una poesia ci si augura che «miglioreremo / siamo qui da poco. / Ancora non capiamo / e ci agitiamo troppo. / Ancora guerreggiamo».

Ma nelle poesie civili che chiudono la raccolta l’indignazione sembra prevalere. All’interno di questa cornice, però, c’è il tesoro del selvatico, ci sono segni del sacro, c’è soprattutto il miracolo del silenzio, in cui «Tutto è un enigma felice / voce senza voce. Tutto dice / di sì mentre tace».

Molte di queste poesie sono punteggiate dalla presenza di animali, domestici e non, quasi presenze angeliche, tramiti per «penetrare le segrete cose». Ma un altro filo conduttore della raccolta è dato dal tempo, un’entità che ci segna, ci modella, ma che prima o poi «scavalchiamo» per raggiungere «il tutto che rotola / intero. Il sontuoso / niente del cielo».

Più che negli altri suoi libri, qui Mariangela Gualtieri ci parla della fine, che è fine dei singoli corpi, fine delle «maschere», ma anche continuità della vita. Modulando la sua voce tra durezze e dolcezze, incanti e disincanti, il suo è un invito all’attenzione e all’ascolto del visibile e dell’invisibile.

[sinossi]

Poesia e preghiera

Spesso, attorno ai versi di Mariangela Gualtieri aleggia la stessa profonda spiritualità che si sprigiona dalle preghiere. “Ogni giorno tenere” non sembra fare eccezione: le parole, fluide e semplici, scorrono creando immagini vive.

L’infinito con cui hanno inizio i versi ricorda quasi la modalità dei promemoria che di tanto in tanto accompagnano le nostre giornate: tenere un po’ di fame, leggere una poesia, stare seduti a non far niente per dieci minuti. Una lista di cose da fare che inizia con “Ogni giorno” e che mai troveremmo sulle note dei nostri cellulari o sui nostri taccuini.

Invece, se solo riuscissimo a fermarci, a rallentare, a contemplare ciò che ci circonda senza agire, senza pensare troppo… troveremmo il senso di una vita che facciamo scorrere troppo rapidamente, dimenticandoci di gustarla.

“Ogni giorno tenere” è un prezioso inno alla vita, un vademecum esistenziale ma anche un invito a guardare alle nostre giornate con più consapevolezza, con più gratitudine.

Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951) è una poetessa e scrittrice italiana.

Laureata in architettura allo IUAV di Venezia, ha scoperto la vocazione poetica dopo il 1983, dopo aver fondato, insieme al regista e amico Cesare Ronconi, l’innovativa compagnia Teatro Valdoca.

L’opera di Mariangela Gualtieri spesso accentua l’inadeguatezza della parola alla comunicazione umana (“per il linguaggio che può simulare la sapienza”) ed il bisogno di ricerca di semplicità nel codice linguistico per poter narrare la bellezza del mondo.

Le sue poesie sono intrise di bellezza, di delicata armonia, di gratitudine nei confronti del mondo e delle lettere.

Mariangela Gualtieri è una delle voci più interessanti della poesia italiana contemporanea.
Fra i suoi componimenti più celebri c’è senza ombra di dubbio “Bello mondo“, che è stato recitato da Jovanotti sul palco dell’Ariston a Sanremo 2022 e ha emozionato i milioni di spettatori del Festival.
Gratitudine, amore, tenerezza nei confronti del sé, del mondo che ci circonda e della cultura, delle lettere che ci hanno plasmato: questa è la cifra della poetica di Mariangela Gualtieri, fatta di armonie, pause, parole semplici che associate ad altre creano commoventi accostamenti.
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