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“La Danzatrice”, la parabola di Khalil Gibran sull’armonia della danza

Il 29 Aprile è la giornata della Danza, per questo condividiamo "La Danzatrice", la parabola di Khalil Gibran tratta dal libro "Il Vagabondo" (1932).

Il 29 Aprile è Giornata Internazionale della Danza e per questo motivo vogliamo condividere una delle “parabole” di Khalil Gibran: La Danzatrice.

L’insegnamento narrativo di Khalil Gibran è tratto dal libro Il Vagabondo pubblicato nel 1932, in cui il noto scrittore de Il profeta, dona le sue parabole all’umanità.

La Danzatrice è una narrazione particolarmente evocativa. Possiamo benissimo considerarla vera poesia, in quanto accosta gli elementi anatomici, equilibrati del corpo della donna, a quelli della natura.

Un tributo alla danza, all’arte dell movimento, scritta da uno degli autori più profondi e sensibili di sempre. 

La Danzatrice di Khalil Gibran

C’era una volta una danzatrice che con i suoi musicisti era arrivata alla corte del principe di Birkasha. Ammessa a corte, danzò davanti al principe al suono del liuto, del flauto e della cetra.
Ballò la danza delle fiamme e la danza delle spade e delle lance; danzò la danza delle stelle e la danza dell’universo. E infine, la danza dei fiori nel vento.
Poi si fermò davanti al trono del principe e chinò il corpo davanti a lui. Il principe le chiese di avvicinarsi e disse:
-Bella donna, figlia della grazia e del talento, da quando esiste la tua arte? E come fai a dominare tutti gli elementi con i tuoi ritmi e le tue canzoni?
E la danzatrice, inchinandosi di nuovo al principe. Disse:
-Potente e graziosa Maestà, non conosco la risposta alle vostre domande. So solo questo: l’anima del filosofo risiede nella sua testa; l’anima del poeta nel suo cuore; ma l’anima della danzatrice vibra in tutto il suo corpo.

Il significato de La Danzatrice

In questa parabola dedicata alla danza e alla figura di una ballerina, troviamo delle immagini particolarmente evocative. Immagini in grado di esprimere dei significati profondi, unici, universali per ogni luogo ed epoca.

La danzatrice che descrive Khalil Gibran è proprio una figura in grado di attraversare quasi le linee del tempo e dello spazio. Il modo di quest’ultima e i suoi movimenti, mettono in risalto il corpo e il suo fascino.

I versi hanno una musicalità che quasi accompagna l’azione della danzatrice. Le parole diventano una cosa unica con la stessa danza. Gibran ha sempre avuto, comunque, una forte propensione alle diverse espressioni artistiche, compreso il canto.

Questo perchè è sempre stato molto affascinato dai diversi linguaggi espressivi che, ogni forma d’arte, crea e propone.  

Se l’anima del poeta vola nel suo cuore, l’anima del cantante vibra nella sua gola, l’anima della danzatrice vive in tutto il suo corpo.

La danza esprime l’armonia della natura

Ecco l’immagine più forte del componimento poetico: l’anima che si snoda, si propaga attraverso i muscoli e le fibre di una danzatrice.

Questo movimento richiama anche il dinamismo della natura stessa

Ballò la danza delle fiamme e la danza delle spade e delle lance; danzò la danza delle stelle e la danza dell’universo. E infine, la danza dei fiori nel vento.

Gibran racconta anche una storia: la protagonista della poesia è una ballerina alla corte di un principe. Lui, incantato dalle esibizioni della donna, le chiede la provenienza di questa arte.

Questa, ignara della risposta razionale e concreta, risponde che alla base di tutto c’è una forte spinta istintiva. Attraverso la danza questo istinto prende forma e succede la magia. Non c’è una provenienza specifica, anatomica o tecnica.  

Gibran, legato anche alla tradizione narrativa e filosofica della sua carriera, parla anche di una condizione esistenziale superiore. Quello che la ballerina fa, dice, trasmette, diventa una metafora della vita stessa.

L’esistenza è un ballo istintivo in armonia con ciò che ci succede intorno. Perciò non ci resta che ballare, anche tra gli ostacoli, le difficoltà e al tempo che scorre. 

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