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“Le foglie del destino”, un libro fantasy per capire i problemi della nostra Terra

Il libro che vi consigliamo oggi è "Le foglie del destino", un fantasy ecologista per riflettere sulla salute del Pianeta Terra che ci ospita.

Un libro riflettere sulla salute del Pianeta Terra che ci ospita. Oggi vi consigliamo Le foglie del destino, il libro fantasy scritto da Marco Motta.

Il libro è il primo volume che rientra in una trilogia che si muove, all’interno di uno scenario cosmico, tra Natura e pianeti con lo scopo di portare il lettore oltre l’inquinamento psicologico.

Un fantasy ecologista che aiuta a prendere ulteriore consapevolezza sul momento sofferto che la nostra Natura sta vivendo, dove in ballo è la salute del Pianeta Terra che ci ospita.

Il fantasy potrebbe aiutare nel processo di consapevolezza nei periodi di trasformazione come quello che stiamo vivendo, attraverso personaggi fantastici di mondi altri che riescano a vedere soluzioni nuove per problemi vecchi.

Le foglie del destino

Sinossi del libro

“Le foglie del destino” ci immerge nell’universo parallelo di Haara e Calideo, pianeti governati dalle lune Viola e Verde, intrecciati da un segreto destino comune.

Agaty, la divinità della natura, decreta la fusione dei mondi in un unico pianeta rinnovato, un processo custodito dai druidi neri, custodi di una magia oscura che alimenta il Male Nero, forza capace di distruggere per rinascere.

Mentre i pianeti si avvicinano al precipizio della trasformazione, i druidi neri ambiscono a un nuovo mondo sotto il loro dominio.

In questo scenario cosmico, Alys, una giovane druida di Haara, viene scelta dalla dea Agaty per sventare i piani dei suoi oscuri confratelli.

Lanciata in un viaggio di scoperta e crescita, Alys attraversa la propria Via, un percorso di iniziazione che la porta a esplorare il pianeta e ad affrontare il Male Nero.

Da una vita di reclusione in un circolo druidico, si avventura nelle foreste delle Antiche Querce, dove le domande sul destino del suo mondo trovano eco nei suoi dubbi.

Il destino intreccia Alys a Tias, cavaliere della falce scarlatta di Calideo, in un legame misterioso forgiato da spiriti e cristalli magici, che li vede uniti contro le avversità.

La saga di Alys ci narra di alleanze improbabili, di antiche magie dimenticate e di un viaggio che sfida le certezze, dove la protagonista si abbandonerà al Male Nero per emergere rinnovata e pronta a comprendere i misteri della Magia Antica.

“Le foglie del destino” è il primo capitolo di una saga che esplora la lotta tra distruzione e rinascita, tra oscurità e luce, un’avventura che promette di cambiare non solo il destino di due mondi, ma anche quello di chi osa seguirne la storia.

Intervista a Marco Motta

Cosa l’ha spinta ad intraprendere la carriera di scrittore?

Prima di dare una risposta ho dovuto pensare alla reale motivazione perché non mi sono mai posto questa domanda.

Più di dieci anni fa ho avuto l’impulso di mettermi davanti al mio portatile, aprire un foglio bianco di scrittura e iniziare a creare la prima avventura della Druida Alys.

É stato un flusso naturale dopo anni di letture di romanzi fantasy e non, come se questa voglia fosse lì sopita ad attendere il momento giusto per esprimersi.

C’è però dell’altro. Sono una persona razionale che aveva bisogno di trovare uno sfogo per la sua parte più emotiva, irrazionale e nella scrittura di romanzi fantasy, questa necessità, ha trovato un foglio bianco sul quale esprimersi

Ha delle abitudini particolari durante la scrittura?

Preferisco scrivere durante l’inverno quando le giornate sono corte. In questi mesi dell’anno riesco più facilmente ad isolarmi nel mio studio e scrivere. Ascolto sempre musica strumentale che mi rilassa e spesso scelgo una playlist di Ludovico Einaudi.

Che messaggio ha voluto lanciare con suo libro “Le foglie del destino”?

La protagonista del libro si chiama Alys. É una giovane druida che esce per la prima volta, dopo venti cicli dorati (equiparabili a venti anni), dal circolo Druidico dei Bianchi Salici dove ha studiato per diventare una protettrice della Natura.

Si ritroverà in un mondo sconosciuto ed imparerà subito che oltre alla bellezza, alla positività e alle amicizie sincere vissute nel suo circolo, nel mondo reale esiste ben altro.

Capirà che non esiste solo la sincerità nei rapporti, incontrerà durante il suo cammino una piaga definita come il Male Nero che sta uccidendo la Natura del suo mondo e inizierà ad accorgersi che forse tutto quanto ha imparato per venti cicli dorati non è l’unica realtà esistente.

Spesso quanto vivrà, avrà varie sfaccettature e quasi nulla sarà cristallino. Inizierà a cadere e sbucciarsi le ginocchia durante il suo cammino ma avrà sempre la forza di rialzarsi.

Questa sarà la forza che la porterà a capire quale è il suo ruolo nel mondo e, alla fine del suo cammino di questa saga, troverà la propria Via.

Provare, imparare dai propri errori, mettersi in gioco e alzarsi sempre, anche nei momenti più difficili. Questo è il messaggio che ho voluto dare attraverso l’avventura di Alys.

Com’è nata la scelta del titolo?

Le Foglie del Destino nasce da una particolare momento che racconto nel libro. Nello specifico quando il secondo protagonista del libro, un cavaliere di nome Tias, si trova ad un passo dalla morte e succede… beh, non posso spoilerare questo evento molto importante per il libro ma soprattutto per il prosieguo della Saga della Druida Bianca.

Mi ha sempre affascinato il ciclo della natura che trasforma la vita attraverso la ciclicità delle stagioni.

Le foglie del destino rappresentano parti importanti di questo ciclo: il loro massimo splendore, la loro caduta, il loro ritornare alla terra e, infine, il loro nuovo sbocciare a nuova vita. Le foglie rappresentano le vite di un’infinità di esseri viventi che vivono il proprio ciclo.

Quando scrive un nuovo libro ha già tutta la storia in mente o la elabora strada facendo?

Le Foglie del Destino è il primo libro della Saga della Druida Bianca. Come spesso accade nel genere fantasy, l’evoluzione dei personaggi sono piene di avvenimenti e le avventure ricche di luoghi da raccontare.

La preparazione è importante, soprattutto per definire il canovaccio centrale di una storia lunga tre libri e i diversi intrecci tra le storie dei personaggi. La Saga della Druida Bianca è una trilogia come molte saghe fantasy e questo mi ha portato a preparare parte del materiale scritto. Tuttavia, non è stato così per Le Foglie del Destino e per il secondo romanzo.

Questi due volumi li ho scritti di getto, senza preparazione. Mentre il romanzo conclusivo è stata più razionale perché avevo necessità di chiudere molte vicende create nei primi due romanzi.

Tuttavia, come è successo molte volte durante la scrittura di questa saga, alcune svolte e momenti della trama, si sono impresse da sole attraverso i caratteri scritti sul foglio bianco del mio schermo. In questi momenti, erano i miei personaggi che avevano il controllo delle battute sulla tastiera. Io ero il tramite di quanto volevano descrivere.

Come ha scoperto la sua passione per la scrittura?

Per caso. Mi è sempre piaciuto leggere, creare avventure da vivere con alcuni miei amici attraverso il gioco di ruolo ma prima di scrivere questo mio primo romanzo mai avrei pensato di mettermi a scrivere.

Come l’ha coltivata?

Ho cercato nel tempo di dare il giusto tempo a questa mia passione. Spesso ci troviamo in balia delle giornate, del lavoro, di abitudini e di tante altre cose che controllano la nostra vita. La prima stesura de Le Foglie del Destino risale a più di dieci anni fa. Dopo averlo scritto, l’ho chiuso in un cassetto perché avevo altre priorità in quel momento della mia vita.

Dopo alcuni eventi che mi hanno portato a rivedere ciò che avevo pensato della mia vita mi sono ritrovato a cercare la mia Via (come Alys!). Tra le diverse decisioni,  ho deciso di riprendere a scrivere. Da lì ho imparato a dedicare sempre più tempo a ciò che mi faceva realmente essere in contatto con me stesso.

Ho preso consapevolezza che la scrittura mi permette di staccarmi da ciò che devo essere nella vita sociale e mi connette alla mia anima.

Che sensazione si prova dopo aver scritto un libro?

Sono passato da varie sensazioni: stupore per essere riuscito a portare a termine la scrittura di un romanzo, gioia per aver creato qualcosa di solo mio e tristezza per dovermi staccare dai personaggi creati. Mettere il punto finale all’epilogo mi ha fatto sentire un tutt’uno con me stesso.

Come se avessi percorso un lungo sentiero che era lì per me ed essere arrivato davanti ad un bivio con già il pensiero “e ora questa magia, dove mi porterà?”

Come trova l’ispirazione adatta per scrivere?

Penso di non avere un modo razionale di trovarla. Vivo la mia vita, le altre mie passioni, le relazioni in modo consapevole e questo mi riempie. Quando questa “nuova energia” ha raggiunto un certo livello, allora mi metto davanti al portatile a scrivere. Lo vedo come un ciclo, simile a quello delle stagioni.

C’è il momento in cui, durante l’inverno della mia scrittura, accumulo esperienze, energie per poi far sbocciare una nuova primavera in un nuovo libro.

Come costruisci i tuoi personaggi e la tua trama?

I personaggi compaiono quasi da soli nel mentre che la trama si sviluppa. Successivamente, lì estrapolo dalla storia e lì approfondisco a parte. Cerco di definire una descrizione di massima sia fisica che caratteriale anche se molte volte, alcuni tratti, escono da soli durante il percorso del personaggio tra le pagine.

Lo stesso succede per la trama: cerco di dare massima libertà allo sviluppo della storia.

Mi è capitato di stupirmi di come il percorso di alcuni personaggi si sia sviluppato in alcuni momenti della scrittura. All’inizio ero preoccupato di come avrei potuto intrecciare in modo coerente i diversi percorsi delle sotto trame create ma ho visto che il processo si concludeva come doveva essere in modo naturale. Ho così deciso di porre meno attenzione alla mia necessità di controllare tutto e ho lasciato fluire la trama e i personaggi.

La rana si spostò verso le tre fonti.
«Queste sono tre fonti magiche che ti porteranno laddove capirai
perché sei qui e che scelta hai fatto.»

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