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Rita Levi Montalcini e la geniale frase che elogia l’imperfezione

Rendiamo omaggio a Rita Levi Montalcini, attraverso una frase del libro "L'elogio dell'imperfezione", testo scelto come traccia di esame scritto alla maturità 2024.

Rita Levi Montalcini è stata una donna che ha lasciato il segno. Una donna che ha fatto scienza, ma che non ha mai disdegnato l’aspetto umano e sociale, offrendoci insegnamenti di grande spessore. 

Una donna che ha saputo dare voce al mondo femminile, offrendo una visione della parità di genere di grandissima visione. Oggi anche il mondo scolastico rende onore a questa grande donna italiana, dedicandogli il tributo di proporla tra le tracce di esami di maturità 2024.

A nostro modo, approfittiamo anche noi per celebrare Rita Levi Montalcini, condividendo una sua frase, che ci piace molto, tratta dal suo libro autobiografico L’elogio dell’imperfezione pubblicato nel 1987. 

Il fatto che l’attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia, mi fa ritenere che l’imperfezione nell’eseguire il compito che ci siamo prefissi o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione.

L’Elogio dell’imperfezione, il pensiero di Rita Levi Montalcini

In questa frase di Rita Levi Montalcini possiamo benissimo dire che c’è tutto il pensiero di questa grande scienziata. Guardare all’imperfezione non è un modo provinciale per spingere all’accontentarsi.

Rita levi Montalcini vuole far emergere che qualsiasi attività umana, tra queste anche al ricerca scientifica, non deve mai partire ed essere guidata dalla presunzione del proprio sapere, della propria conoscenza. Qualsiasi impegno va svolto con dedizione, in qualsiasi campo dell’attività umana.

L’imperfezione è la leva per stimolare a fare sempre di più e ad affrontare qualsiasi difficoltà che la vita pone davanti. Quest’atteggiamento e questo modo di comportarsi fanno e faranno sempre la differenza nella ricerca, nel lavoro, nello studio e se ci pensiamo bene anche nei rapporti umani.

Rita levi Montalcini nel suo libro evidenzia questo concetto in modo chiaro 

Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero.

L’elogio dell’imperfezione la via per l’evoluzione e il cambiamento

L’imperfezione della specie umana è la molla per il cambiamento e l’evoluzione, questo ci manifesta Rita Levi Montalcini. È evidenteche l’imperfezione non è sempre motivo di positività. nel senso che l’evoluzione e il cambiamento se pensati a discapito dell’umanità e del Pianeta possono solo creare enormi danni. 

L’imperfezione è, e deve essere, uno spirito guida per tutte le persone di buona volontà. Partire dal presupposto che qualsiasi cosa sarà e rimarrà sempre imperfetta è un modo per sviluppare sempre maggiore conoscenza e raggiungere sempre nuovi obiettivi. 

Qualsiasi aspetto della vita umana troverà beneficio se si seguirà questo approccio. Ci si può sempre migliorare, senza l’ansia del risultato e senza la paura delle problematiche che si affrontano durante il percorso. 

L’imperfezione della vita è una magica virtù, è la linfa di coloro che credono che l’esibizione è qualcosa di limitato e per persone che dimostrano insicurezza. Chi sa accettare le proprie imperfezioni e allo stesso tempo lotta per migliorarsi dimostra coraggio e sicurezza.

Correggere sé stessi è un atto di grande valore e la dimostrazione della grandezza di un individuo, rispetto a chi è convinto della propria suprema perfezione, sapienza, conoscenza. Continuando con una frase tratta dal suo libro:

L’imperfezione ha da sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo.» L’imperfezione è dunque una componente fondamentale dell’evoluzione. Dagli anfibi all’Homo Sapiens, il cervello dei vertebrati si è sempre prestato a un miglioramento, a un cambiamento, mentre negli invertebrati è nato così perfetto da non entrare nel gioco delle mutazioni, tanto è vero che i trilobiti vissuti centinaia di milioni di anni fa non sono essenzialmente diversi dagli insetti, dagli artropodi di oggi. Ecco perché l’imperfezione merita un elogio.

Bisogna sempre aver paura di chi manifesta senza questa supremazia conoscitiva in tutti i settori di attività, nessuno escluso. Chi esibisce verità deve sempre far paura, perché non ha assimilato il concetto che qualsiasi verità umana si distingue per una neo, anche invisibile.

Rita Levi Montalcini ha saputo donare con questa frase tratta dal suo libro ha saputo donare la cosa più importante, ovvero la capacità di ritenerci imperfetti e quindi di agire sempre con umiltà e dedizione. 

L’elogio dell’imperfezione, il libro autobiografico di Rita Levi Montalcini

L’elogio dell’imperfezione di Rita Levi Montalcini è un libro autobiografico che ci dona il pensiero culturale e scientifico di una delle più grandi donne italiane di tutti i tempi. 

Scorrendo le pagine del libro si colgono le grande minacce della storia, Rita Levi Montalcini ha vissuto ben due guerre mondiali e ha subito quel grandissimo crimine all’umanità che furono le leggi razziali.

Rita Levi Montalcini si è fatta portavoce dei limiti culturali di una società che discrimina ancora fortemente la donna. La sua idea di concepire la scienza e la vita è stata quella della ricerca continua, l’unica strada che può garantire il continuo processo evolutivo della conoscenza umana.

Il libro è l’inno all’imperfezione che deve essere concepita come virtù. L’imperfezione è la condizione da sempre necessaria per correggere sé stessi, indagare sui propri errori, percorrere nuove strade e trovare nuove soluzioni.

L’elogio dell’imperfezione propone quindi la sua esperienza umana e scientifica, unita a quella delle persone incontrate ed amate, i successi e gli insuccessi professionali costituiscono tutto il filone narrativo del libro, che si presenta come un bilancio dell’operato dell’Autrice.

In esso, la celebre neuro-scienziata mette in evidenza come il progresso scientifico ed intellettuale nascono dal momento in cui si riconoscono i propri errori: per capirli, studiarli, ammetterli senza pudore e magari risolverli.

Appellarsi alla propria onestà ammettendo di aver sbagliato è un chiaro indice di maturità. L’imperfezione come tappa obbligata per giungere alla meta. L’imperfezione, così consona alla natura umana, merita perciò un elogio.

Ampio spazio è dedicato alla scoperta del Nerve growth factor (NGF), agli studi che hanno consentito alla scienziata di ricevere il Premio Nobel per la Medicina nel 1996 e agli anni bui del regime nazista.

Nelle ultime pagine del libro, l’autrice, scrive una sorta di lettera a Primo Levi.

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