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Masayoshi Sukita e le icone rock, la mostra fotografica a Bologna

Le icone immortalate in scatti fotografici entrati nella leggenda grazie al talento del celebre artista giapponese

MILANO – Masayoshi Sukita: ICONE. David Bowie – Iggy Pop – Marc Bolan (T-Rex) è una mostra che ripercorre, attraverso le immagini di tre icone della musica pop, l’arte del ritratto di uno dei più importanti fotografi giapponesi di sempre. La mostra alla Ono Gallery – aperta dal 1 settembre fino al 1 ottobre 2016 – è composta da 30 fotografie in diversi formati. Sukita, lontano dal concetto frettoloso e limitante di fotografia rock, con l’obiettivo della sua camera realizza ritratti classici, e per questo senza tempo, che creano un legame immediato col pubblico italiano.

IL FOTOGRAFO – Masayoshi Sukita (Nogata, 1938) dopo essersi diplomato al “Japan Institute of Photography” comincia a lavorare come fotografo professionista e dalla fine degli anni ’60 sviluppa un grande interesse per le sottoculture, che lo porteranno a partecipare al Festival di Woodstock nel 1969. Nel 1970, diventa fotografo freelance e inizia a frequentare assiduamente New York, all’epoca pervasa da una nuova energia che scaturiva dalla sua sottocultura, che mescolava arte, cinema e musica e che ruotava attorno alla figura di Andy Warhol. Ma sarà soprattutto Londra e influire in modo incisivo sulla sua carriera. Proprio a Londra infatti Sukita incontra e fotografa Marc Bolan e il suo gruppo, i T-Rex, considerati da molti come i padri fondatori del glam rock, che poi sarà ripreso e portato alle estreme conseguenze da David Bowie, che Masayoshi Sukita avrà modo di scoprire sempre in quel periodo. Le foto che ritraggono Bowie, già protagoniste di una mostra che ONO gli dedicò nel 2015, saranno, in questa seconda personale di Sukita, ampliate di alcuni scatti tratti dallo shooting che il maestro realizzò per la cover dell’album Heroes (1977). «Lui si muoveva in continuazione, cambiava espressioni, voleva esprimere la sua energia, io ci vedevo anche un pizzico di follia, di surrealismo. […] Gli mandai una ventina di scatti, e segnai i tre che preferivo. Un giorno mi chiamò e mi chiese una di quelle foto. Non sapevo ancora che sarebbe diventata la copertina di “Heroes”». David Bowie è sicuramente l’artista che ha più ha rivoluzionato non solo il mondo della musica, ma anche quello dell’arte in generale e l’intuizione della sua importanza estetica, ha trovato riscontro già nel 2013, quando il Victoria & Albert Museum di Londra, gli ha dedicato la mostra David Bowie is, che approderà in Italia a luglio 2016.
Ma in quegli anni, tra il 1976 e il 1977, la figura di Bowie è strettamente legata a quella di Iggy Pop, col quale si trasferisce a Berlino, condividendo vizi e passioni, fino a produrne il suo primo album da solista, The Idiot (1977). Così anche Iggy Pop diventa protagonista dell’obiettivo di Sukita, che con queste immagini, completa il racconto di un’epoca tanto complessa quanto affascinante. Risalgono infatti agli anni Settanta tutti gli ingredienti di quelle strategie manipolative dell’immagine di sé che all’epoca si potevano ritrovare nell’arte come nella musica, e delle quali David Bowie su tutti, ne ha rappresentato sicuramente la quintessenza.

SUKITA E IL DUCA – La relazione tra Bowie e Sukita nasce nel 1972 quando il fotografo arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex e, sebbene ignaro su chi fosse David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal cartellone di The Man Who Sold the World che lo promuoveva. Per il fotografo giapponese il Duca Bianco aveva qualcosa in più che lui doveva assolutamente fotografare. Grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi si accorda per uno shooting. E’ così che comincia una relazione professionale e umana tra i due che sarebbe durata per il resto della vita del musicista inglese.

 

Credit photo: ©Photo by Sukita

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