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Alla scoperta dell’Enigma di Escher attraverso opere e geometrie

Un successo davvero importante per la mostra ''L'enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria''...

Prorogata fino al 23 marzo 2014 la grande mostra dedicata ad Escher a Palazzo Magnani

 

MILANO – Un successo davvero importante per la mostra “L’enigma Escher. Paradossi grafici tra arte e geometria”, esposizione promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia.
Un’affluenza record che ha portato a Reggio Emilia pubblico da ogni parte d’Italia. Per rispondere a questa grande domanda la Fondazione Palazzo Magnani ha deciso, grazie alla disponibilità dei Musei prestatori e dei collezionisti, di prorogare la mostra fino al 23 marzo 2014.

 

CURATELA – L’esposizione, che ha ricevuto un ottimo riscontro da parte dei media nazionali, è curata da un Comitato scientifico d’eccezione coordinato da Piergiorgio Odifreddi – logico matematico di fama internazionale -, e composto da Marco Bussagli – saggista, storico dell’arte, docente di prima fascia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma -, da Federico Giudiceandrea – collezionista e studioso di Escher – e da Luigi Grasselli – Professore ordinario di Geometria e pro-rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

 

CONTESTO COEVO – Il taglio critico scelto per la mostra ha costituito punto di forza dell’esposizione. L’operazione di contestualizzazione della produzione di Escher – le cui opere sono messe in dialogo nel percorso di mostra con opere di altri autori del calibro di Albrecht Dürer, Giovan Battista Piranesi, Giacomo Balla, Gino Severini, Salvator Dalì, Keith Haring e molti altri – ha evidenziato il ruolo centrale che l’autore ha avuto nel panorama artistico dei primi del Novecento, in concomitanza e in parallelo con movimenti quali Cubismo, Futurismo e Surrealismo.

 

MATEMATICA E GEOMETRIA – Altro elemento di unanime interesse è rappresentato dall’approfondimento che la mostra dedica agli aspetti matematici e geometrici dell’arte di Escher, codici che l’autore aveva individuato come strumenti di comprensione e di conoscenza del mondo e dell’umanità. La mostra è stata infatti inserita tra le attività che l’Italia propone per l’International Year of Cristallography celebrato dall’Unesco nel 2014.

LA MOSTRA – La mostra presenta la produzione dell’incisore e grafico olandese, dai suoi esordi alla maturità, raccogliendo ben 130 opere provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali – tra i quali la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Fondazione Wolfsoniana di Genova ecc. – oltre che da importanti collezioni private. A Palazzo Magnani saranno riunite xilografie e mezzetinte che tendono a presentare le costruzioni di mondi impossibili, le esplorazioni dell’infinito, le tassellature del piano e dello spazio, i motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti.

 

I CAPOLAVORI – Accanto alle sue celebri incisioni – in mostra capolavori assoluti come “Tre sfere I” (1945), “Mani che disegnano” (1948), “Relatività” (1953), “Convesso e concavo” (1955), “Nastro di Möbius II” (1963) – saranno presentati anche numerosi disegni, documenti, filmati e interviste all’artista che mirano a sottolineare il ruolo di primo piano che egli ha svolto nel panorama storico artistico sia del suo tempo che successivo.

 

IL CONFRONTO CON GRANDI AUTORI – Una sezione di mostra sarà dedicata al confronto della produzione di Escher con opere di altri importanti autori – ispiratori, coevi e prosecutori – per comprendere come le scelte di Escher siano in consonanza con una visione artistica che attraversa i secoli, con una consapevolezza maggiore o minore che, talora, risponde ad esigenze diverse, ma che parte dal Medioevo, interseca Dürer, gli spazi dilatati di Piranesi, passa attraverso le linee armoniose del Liberty (Secessione Viennese, Koloman Moser) e si appunta sulle avanguardie del Cubismo, del Futurismo e del Surrealismo (Dalì, Balla). Se la grandezza di un artista si misura anche dalla capacità d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante, Escher è stato artista sommo. La sua arte è uscita dal torchio del suo studio per trasformarsi in scatole da regalo, in francobolli, in biglietti d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti ed è finita sulle copertine dei long-playing, come si chiamavano a quell’epoca i 33 giri incisi dai grandi della musica pop. Non basta, però. La grande arte di Escher ha influito più o meno direttamente su altre figure di rilievo dell’arte del Novecento, come Victor Vasarely, il principale esponente dell’Optical Art, Lucio Saffaro ecc. Ha contratto un debito di creatività con Maurits Escher perfino un pittore americano come il dirompente Keith Haring. La sezione illustra con dovizia di materiali e una ventina di opere questi aspetti dell’arte di Escher per restituire al visitatore la giusta dimensione culturale ricoperta dell’artista olandese.

 

ALLESTIMENTO E INSTALLAZIONI – La mostra è inoltre concepita come uno strumento e una “macchina didattica” che consente di entrare “dentro” la creatività di questo singolarissimo artista. Suggestive installazioni immergeranno dunque il visitatore nel magico modo di Escher. E’ evidente, e molto indagato, il rapporto che Escher ebbe con “il mondo dei numeri” – intendendo per tale quello della geometria (euclidea e non) e della matematica.  Non meno intrigante è la sua ricerca su spazio reale e spazio virtuale, ovvero sul come “ingannare la prospettiva”. Infine, ma non ultima, la conoscenza che Escher dimostra delle leggi della percezione visiva messe in luce dalle ricerche della Gestalt.

 

Tutte possibili chiavi di lettura, certo non le uniche, per comprendere l’universo creativo di un artista complesso che, partendo da quelle premesse, attinse a piene mani a vari linguaggi artistici, mirabilmente fusi insieme in un nuovo ed originalissimo percorso che ancora ci emoziona e che costituisce un unicum nel panorama della Storia dell’Arte di tutti i tempi.

5 gennaio 2014

 

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