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Tommaso Pellizzari, ”Un libro di qualità ha successo sia in versione cartacea, sia su ebook”

Ebook si, ebook no. E' questo il dilemma che divide perfettamente in due i lettori italiani secondo Tommaso Pellizzari, giornalista per il Corriere.it dal 2010 e curatore, insieme ad Alessia Rastelli, di ''Ehi Book!'', il blog del Corriere.it dedicato al mondo dell’editoria digitale. Pellizzari analizza le differenze culturali tra il nostro Paese e quelli anglosassoni, che portano i lettori italiani ad essere diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie applicate in ambito editoriale...

Il responsabile di “Ehi Book!” analizza le differenze culturali che portano i lettori italiani ad essere divisi tra favorevoli e contrari ai libri digitali

 

MILANO – Ebook si, ebook no. E’ questo il dilemma che divide perfettamente in due i lettori italiani secondo Tommaso Pellizzari, giornalista per il Corriere.it dal 2010 e curatore, insieme ad Alessia Rastelli, di “Ehi Book!”, il blog del Corriere.it dedicato al mondo dell’editoria digitale. Pellizzari analizza le differenze culturali tra il nostro Paese e quelli anglosassoni, che portano i lettori italiani ad essere diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie applicate in ambito editoriale.

 

Da cosa nasce l’idea di questo blog?
Il blog nasce dalla curiosità verso un mondo da poco nato, quello degli ebook che, come quasi tutte le innovazioni tecnologiche, se non più delle altre, ha delle implicazioni culturali gigantesche. Si tratta di prendere il libro cartaceo, uno degli oggetti più antichi e più resistenti all’innovazione, che per la prima volta si trova di fronte ad un cambiamento epocale. Ci interessava, quindi, raccontare questa rivoluzione mantenendo un punto fermo:  non trattare l’argomento con paura e diffidenza, pensando che possa rappresentare la fine della cultura. Noi siamo convinti che non esistano tecnologie cattive: tutto dipende dall’uso che se ne fa. La tentazione apocalittica è sempre dietro l’angolo, ma ci vuole equilibrio.

 

In America, il mercato degli ebook ha superato quello della distribuzione cartacea. Perché in Italia il mercato stenta a decollare?
La questione fondamentale a mio parere riguarda la barriera della lingua. Il vantaggio fondamentale della cultura attualmente dominante, quella americana, è che un titolo si può vendere non solo negli Stati Uniti ed in Inghilterra, ma anche in Australia, nel sud est asiatico, con una facilità di circolazione superiore. Ciò significa avere un mercato molto più ampio a disposizione. Inoltre, in questi paesi c’è anche una minore diffidenza verso questo genere di innovazioni. Noi siamo un paese di cultura antica, che tende a diffidare delle novità per difendere la tradizione. Siamo un paese strano: ci appassiona tutto ciò che è nuovo, poi quando ci sono novità culturali rilevanti, siamo diffidenti. Noi pensiamo alla cultura come qualcosa di polverosa, sacra, intoccabile, al libro come quell’oggetto che deve profumare di carta, più ce ne sono in casa più la casa è stimabile, mentre gli anglosassoni su questo sono più pragmatici: scelgono di avere 500 ebook da leggere in vacanza invece di portarsi dietro solo 3 libri cartacei. Una soluzione che migliora la vita, invece di peggiorarla.

 

Quale categoria all’interno del mondo editoriale è più restia alla rivoluzione digitale?
A mio parere i lettori: anche all’interno del blog vedo molta diffidenza, soprattutto da parte degli affezionati all’odore della carta e legati alla classica libreria di casa. C’è una netta e precisa contrapposizione tra apocalittici ed ottimisti, tra chi è favorevole all’ebook ed all’elettronica e chi rimane legato ai libri cartacei. Resistenze ci sono anche da parte degli editori per regioni comprensibili di business, in quanto occorre utilizzare dei modelli che vanno ancora capiti, con un’intera filiera che rischia di scomparire, come quella degli stampatori. Si aprirebbe, poi, tutto un discorso sul self publishing, per cui comunque la mediazione dell’editore rischia di saltare. Da un lato, si democratizza l’accesso alla pubblicazione, ma dall’altro tutti conosciamo l’importanza del ruolo del lettore nel riconoscere gli scrittori di qualità.

 

In Italia si legge poco. L’ebook può rappresentare un volano per il rilancio della lettura?
Senza alcun dubbio. Non si vede perché un ragazzino di 15 anni che conosce i libri di testo tramite ebook non possa appassionarsi alla letteratura come noi. Quando un libro è bello, sia che lo leggi su ebook o su cartaceo, non vedo alcuna differenza. Ovviamente, con delle logiche classiche; se devo andare in una spiaggia non strutturata, non mi porto dietro un lettore elettronico che potrebbe rovinarsi. Non credo che le due cose siano una l’alternativa dell’altra: come spesso succede con le tecnologie, s’integreranno.

 

25 luglio 2012

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