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Le 9 copertine di album rock che possono considerarsi opere d’arte

Le più famose copertine di album rock che sono passate alla storia e possono essere considerate opere d'arte e vere e proprie icone

MILANO – La copertina di un disco rock molto spesso è parte pregnante del significato e della morale che aleggia su alcuni degli album più famosi e importanti della storia della musica. Proprio per questo probabilmente la storia di grandi artisti musicali si è intrecciata a quella di importanti e famosi artisti e intellettuali del Novecento. Pensiamo, ad esempio, ad Andy Warhol, Mike Kelley, Raymond Pettibon e Slater Bradley. Alcune immagini hanno acquisito vita propria e sono passate alla storia, diventando vere e proprie icone alla stregua di opere d’arte. Di seguito, ve ne proponiamo alcune:

London Calling – The Clash

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La fotografa della band, Pennie Smith, immortalò il bassista del gruppo, Paul Simonon mentre, nel corso di un concerto al Palladium di New York il 21 settembre 1979, si stava accanendo sul suo Fender. Questa fotografia passò alla storia e fu definita uno dei massimi esempi di ciò che il rock stava diventando.

Aladdin Sane – David Bowie 

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E’ indubbiamente una delle immagini più iconiche per il Duca Bianco. Brian Duffy, il fotografo, seguirà David Bowie dal 1972 al 1980 con cinque sessioni fotografiche che metteranno in risalto le peculiarità camaleontiche del cantante inglese che ha adattato la sua essenza ad un vero e proprio personaggio.

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Axis: bold as love – The Jimi Hendrix Experience 

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La Track Records incaricò l’illustratore, Roger Law e il grafico, David King di creare una copertina per un album di Hendrix più consona a quelle che erano le sue origini, qualcosa che richiamasse anche i nativi. La band così assunse i tratti di una divinità indù per una copertina ispirata ad un poster religioso che raffigurava il Dio Visnu.

Nevermind – Nirvana

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La copertina fu un’idea del cantante della band, Kurt Cobain che si fece ispirare da un documentario inerente i parti in acqua. Fu pensata da Roger Fisher e ritrae un bambino che insegue una banconota legata ad un amo. Inizialmente si pensò di non mostrare i genitali del bambino; idea che fu osteggiata dal cantante stesso che sostenne che solo un pedofilo avrebbe avuto da ridire su una cosa del genere.

The Dark Side of the Moon – Pink Floyd

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Il concept che c’è dietro questo famoso album fu di un’agenzia fotografica, l’Hipgnosis. La sua simbologia ben si addice a quelli che erano i valori dei Pink Floyd; il prisma è l’uomo che arriva alla sua consapevolezza. Le sue varie proiezioni si dividono tra il lato oscuro e quello visibile.

Houses of the holy – Led Zeppelin 

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Anche per questa copertina ci fu di mezzo l’agenzia pubblicitaria Hipgnosis e fu creata in particolare dall’artista Aubrey Powell. Il paesaggio apocalittico che la contraddistingue fu ispirato dal libro “End Childhood”; l’artwork fu creato sovrapponendo le foto di soli due bambini che vengono rappresentati mentre scalano questa collina, seguendo un fascio di luce. L’infanzia è finita

The Velvet Underground & Nico – The Velvet Underground

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Il “banana album” è un celebre lavoro di Andy Warhol. Le prime copie di quest’album non recavano su di sé il nome della band, compariva soltanto il nome del celebre artista.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band – The Beatles 

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In questa copertina ci sono tutti e quattro i Beatles nelle vesti dei loro alter-ego che compongono la fittizia band di Sgt. Pepper. La copertina fu creata ad hoc e vanta il maggior numero di imitazioni e speculazioni e polemiche. In molti ci hanno trovato significati oscuri e mistificanti.

Strange Days – The Doors

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Fu Jim Morrison a non voler comparire sulla copertina di questo album – a differenza della prima che aveva più e più volte criticato, proprio perché si sentiva usato dallo star system. Furono scelti un gran numero di personaggi freak proprio perché in quel periodo la band si lasciò influenzare da registi quali Fellini e Bergman.

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