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Perché Zelensky ha paragonato Genova a Mariupol

Durante il discorso tenuto davanti alle due Camere oggi nell'Aula di Montecitorio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha citato Genova paragonandola a Mariupol. Scopriamo il riferimento storico che tristemente accomuna le due città portuali.

“Immaginate Genova completamente bruciata”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky stamattina durante il discorso di 12 minuti che ha tenuto in video-conferenza davanti alle due Camere riunite oggi nell’Aula di Montecitorio. Ma perché il riferimento proprio alla città ligure, paragonandola a Mariupol, la cittadina dell’Ucraina sudorientale attaccata dall’esercito russo?

Il passaggio del discorso di Zelensky su Genova

“Le città ucraine vengono distrutte, alcune sono completamente distrutte, come Mariupol, sulla costa del mare d’Azov, dove c’erano circa mezzo milione di persone come nella vostra città di Genova dove sono stato. A Mariupol non c’è più niente, solo rovine. Immaginate una Genova completamente bruciata dopo tre intere settimane di assedio, di bombardamenti, di spari che non smettono neanche un minuto. Immaginate la vostra Genova dalla quale scappano le persone a piedi con le macchine, con i pullman, per arrivare dove è più sicuro.”

I bombardamenti del 1942

Zelensky ha quindi paragonato la città portuale di Mariupol a Genova. non un paragone casuale: durante la seconda guerra mondiale infatti il capoluogo ligure, per l’importanza del suo porto e delle sue industrie (a partire dall’Ansaldo e dalla Piaggio), subì numerosi bombardamenti aerei e navali che causarono ingenti danni a gran parte della città. Era il 12 aprile 1942 quando ci fu un’incursione da parte di diciotto aerei del Bomber Command della RAF (molti dei quali, smarritisi durante il volo, attaccarono Savona e Imperia), che sganciarono 9,5 tonnellate di bombe.

Gli attacchi missilistici sul capoluogo ligure

Successivamente, nell’autunno dello stesso anno, sarebbero state ben 7 le incursioni di “area bombing”, ovvero gli attacchi massicci e indiscriminati diretti sui centri abitati per fiaccare il morale della popolazione. Il 22/23 ottobre 1942 100 bombardieri britannici Avro 683 Lancaster (su 112 decollati dalle basi in Inghilterra) sganciano 179 tonnellate di bombe sulla città (punto di mira è Piazza De Ferrari). Vengono colpiti il centro storico, il porto, i cantieri navali, i quartieri orientali; il 23/24 ottobre 1942 la seconda incursione sul capoluogo ligure, da parte di 95 bombardieri Short S.29 Stirling e Handley Page Halifax, fece cadere sulla città ligure 144 tonnellate di bombe; le successive incursioni ci furono in novembre il 6-7, il 7-8, il 13-14 e il 15-16.

Da una stima finale, nelle sei incursioni vengono lesionate 7683 abitazioni, di cui più di tremila distrutte o rese inabitabili. In alcune aree oltre un terzo degli edifici è danneggiato. I morti, contando le vittime della Galleria delle Grazie, sono ufficialmente 451, ma il dato appare largamente sottostimato. L’ultima incursione a tappeto nei pressi del capoluogo ligure avviene parecchi mesi dopo, il 7-8 agosto 1943; con Mussolini già caduto, gli Alleati attaccano le città del Nord Italia per indurre alla resa il nuovo governo guidato da Pietro Badoglio. Sono così un altro centinaio le vittime uccise a causa delle bombe sganciate sulla città ligure. Un triste destino, che avremmo voluto non rivivere più, ma che i tragici fatti id Mariupol di questi giorni riportano tristemente alla memoria.

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