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La profezia di Terzani: “Fermi! Cambiamo strada”

Una lettera dello scrittore Tiziano Terzani che oggi risuona alle nostre orecchie non solo incredibilmente attuale, ma persino profetica

Cronista del proprio tempo e ricercatore della verità degli avvenimenti, lo scrittore e giornalista Tiziano Terzani fu una delle menti più lucide, progressiste e non violente di inizio XXI secolo. Per ricordare la sua scomparsa, avvenuta il 28 luglio 2004, riproponiamo oggi una sua intervista. Condotta da Francesco Bertolini, l’intervista, dal titolo”Il manager e l’arcobaleno“, risuona alle nostre orecchie non solo incredibilmente attuale, ma persino profetica alla luce dei disastri ambientali che hanno flagellato l’Italia negli ultimi giorni da nord e sud. 

 

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La lettera di Tiziano Terzani

Oggi questa orribile globalizzazione fa si che il successo debba essere misurato allo stesso modo dovunque, dall’America al Giappone al Bangladesh. Questa concezione del successo crea le incomprensioni che tutti vediamo e, secondo me, crea questa catastrofe verso la quale stiamo andando. Perché o noi ci rendiamo conto che è necessario mutare oppure qualcosa da fuori ci imporrà questa scelta, probabilmente la natura, violentata e saccheggiata, e purtroppo non ascoltata, o qualcos’altro. La cosa più terribile per un uomo della mia età è sentirsi cassandra e accorgersi di aver ragione. È così ovvio che stiamo andando verso l’abisso. E la guerra è una scorciatoia, ma ci saremmo andati comunque, ecologicamente, socialmente. Da tutti in punti di vista. Tutti corrono, ma verso dove, alla ricerca di cosa? Perché? Molti sentono che questo correre non ci si addice e che ci fa perdere tanti vecchi piaceri. Ma chi ha ormai il coraggio di dire: “Fermi! Cambiamo strada.”? Eppure se ci fossimo persi in una foresta o nel deserto faremmo di tutto per trovare una via d’uscita! Perché non far lo stesso con questo benedetto modello fondato sulla crescita, che ci rende più ricchi, più sani, più belli, ma in fondo sempre meno felici? E’ quasi rincuorante che la depressione sia diventata un male tanto diffuso; significa che dentro la gente resta un desiderio di umanità, nonostante l’abisso verso cui ci stiamo indirizzando.

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