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Marco Tedeschi, storia di una delle vittime innocenti di Cosa Nostra

Per la campagna “A ricordare e riveder le stelle”, oggi conosciamo la storia di Marco Tedeschi, ragazzo ucciso nel 1990 a Scoglitti da Cosa Nostra mentre festeggiava con amici il ritorno a casa.

I ragazzi dell’Istituto Superiore G. La Pira di Pozzallo sono i protagonisti della campagna “A ricordare e riveder le stelle”. L’iniziativa, che rievoca Dante Alighieri, ha visto i ragazzi adottare ognuno una stella, ovvero il nome di una vittima della mafia, fare una ricerca e ricostruirne la storia con tutti i sentimenti che può evocare e conoscere meglio queste biografie per molti sconosciute. Oggi conosciamo la storia di Marco Tedeschi, ragazzo ucciso nel 1990 a Scoglitti da Cosa Nostra.

La storia di Marco Tedeschi

Era la notte del 29 luglio 1990, Marco era riuscito ad ottenere un breve permesso per tornare a casa e visitare la propria famiglia, e la sera con i suoi amici aveva deciso di festeggiare andando il discoteca, con esattezza al Koala Maxi di Marina di Ragusa. All’epoca il club era sotto la gestione dei fratelli Carbonaro, esponenti di uno dei club mafiosi più importanti della provincia di Ragusa, affiliati alla “Stidda”.

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E proprio quella sera scoppiò una rissa che coinvolse numerose persone tra cui alcune, che si fecero scappare degli insulti contro la famiglia Carbonaro. La rissa si placò, ma a sentire gli insulti non era stato solo Marco ma anche degli esponenti del club che ordinano solo di dare una lezione a chi aveva pronunciato la frase di insulto contro i Carbonaro. Erroneamente i mafiosi individuano Marco come colui che aveva osato offendere la famiglia Carbonaro. La lezione doveva servire solo a far capire chi comandava in quelle zone. Nessuno doveva osare insultare, deridere o toccare i Carbonaro.

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Quella sera non doveva morire nessuno. Ma quella notte gli ordini vengono disattesi. Finita la festa Marco e i suoi amici tornano a casa, ignari di cosa sarebbe accaduto di li a poco. Ad aspettarlo c’erano le sue due sorelle. Marco non farà mai rientro a casa. Arrivato al cancello viene sorpreso dai killer che nel frattempo avevano raggiunto la sua abitazione, estraggono i fucili a canne mozze e sparano alcuni colpi. Alla fine Marco rimane ucciso, l’unica persona che non c’entrava nulla ne con la rissa ne con gli insulti ai Carbonaro, l’esempio eclatante di chi si è trovano nel luogo sbagliato al momento sbagliato, chi voleva solo divertirsi e festeggiare con i suoi amici e invece sì è ritrovato ucciso dalla mafia.

Steven Veclani

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