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Il gondoliere aggredito a Venezia è il nuovo simbolo della gentilezza

Il gondoliere, aggredito a Venezia da un turista straniero, ci insegna che gli atti di gentilezza sono ancora possibili

Una zuffa con tanto di pugni e testate fra un gondoliere e un turista straniero, che approfittando della temporanea assenza del gondoliere era salito sulla gondola per scattarsi un selfie insieme alla sua famiglia. Accaduto a Venezia, pochi giorni fa, tra Rialto e Piazza San Marco, l’episodio è stato ripreso da un passante e diffuso sui social diventando virale nel giro di poche ore. Ma a meravigliare è non solo l’aggressività del turista, che prima fa volare il cappello al gondoliere e poi lo colpisce a testate, bensì la reazione contenuta di quest’ultimo, che risponde alla violenza con quello che noi vogliamo chiamare “un atto di gentilezza“.

Atti di gentilezza

Nessuno si aspetta che si subiscano i colpi dei nostri avversari senza difenderci, ma dalla violenza si genera violenza e per disinnescare il meccanismo, bisogna sapersi fermare. Ce lo ha insegnato quel gondoliere, che difende a spada tratta la sua imbarcazione, ma che di fronte all’impeto ingiustificato del turista si limita a dire “Non mi tocchi”. Per rivendicare chi siamo e custodire quello che ci appartiene, sembra che l’unica strada da percorrere sia l’aggressività, o almeno è quello a cui assistiamo ogni giorno sui social, in TV e – possiamo dirlo – persino in Parlamento. Ma la storia del gondoliere ci racconta qualcosa di più che, nel mondo di haters e insulti che piovono da ogni dove, ognuno può fare la propria parte. Il nostro messaggio lo affidiamo alle parole del Mahatma Gandhi che diceva:

Sii il cambiamento che desideri vedere nel mondo

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