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Perché si celebra la Giornata mondiale contro l’omofobia

L'obiettivo della giornata contro l'omofobia è quello di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione

Oggi 17 maggio è la Giornata mondiale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Essa è conosciuta anche con l’acronimo inglese Idaho (International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia). Essa è riconosciuta dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite. L’obiettivo della giornata è quello di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione. Il fine è contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia.

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Perché si celebra il 17 maggio

La giornata contro l’omofobia su ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003). La prima Giornata internazionale contro l’omofobia ha avuto luogo il 17 maggio 2004, esattamente 14 anni dopo la rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali dell’Organizzazione mondiale della sanità. 

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Il simbolo: la bandiera arcobaleno

La bandiera arcobaleno (chiamata anche bandiera rainbow o bandiera gay) è attualmente il simbolo più usato e noto del movimento di liberazione omosessuale. Essa si differenzia dalla bandiera della pace perla disposizione dei colori speculare (il rosso è in basso nella bandiera della pace, in alto in quella gay) e perché la bandiera della pace prevede sette strisce di colore al posto delle sei di quella lgtb.

Fu creata nel 1978 a San Francisco dall’artista Gilbert Baker, e aveva in origine otto colori, ognuno simboleggiante un aspetto caro alla simbologia New age (serenità, spiritualità, natura, vita, sessualità…). Per ragioni di difficoltà e costo nel reperire tutti i colori previsti, le tinte si sono successivamente ridotte prima a sette e poi alle attuali sei. Sventolò per la prima volta a San Francisco nella marcia del Gay pride del 25 giugno 1978. L’originale bandiera si trova dal 2015 presso la galleria d’arte moderna MOMA.

Cosa ancora c’è da fare

Dal 1990 la situazione è migliorata. Fino a pochi decenni fa la maggior parte delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender nascondeva le proprie relazioni per paura di essere discriminata o disprezzata. Ma molto rimane da fare. Ci sono ancora Paesi dell’Unione europea che non riconoscono in alcun modo le coppie dello stesso sesso. Purtroppo ci sono ancora parecchi i luoghi, soprattutto in Africa e Asia, dove l’omosessualità è considerata illegale. Negli Stati Uniti il presidente Donald Trump è a favore della possibilità di licenziare le persone, e negar loro servizi, in base al loro orientamento sessuale o alla loro identità di genere.

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