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Claude Monet ad Alice Hoschedè, “La vostra assenza disturba la mia serenità…”

Claude Monet scrisse ad Alice Hoschedè questa lettera dove l’amore prende le sembianze della tenerezza della quotidianità. Si tratta di un’epistola indirizzata alla sua seconda moglie, sposata dopo  la morte dell’amatissima Camille. Alice, moglie di un ricco finanziere, amico del pittore e suo fedele collezionista, era divenuta l’amante del pittore. Monet continuò a ritrarre la moglie anche dopo la sua morte generando non poca gelosia ad Alice.

Bordighera, 26 gennaio 1884

Cara Alice, oggi ho lavorato duro: cinque tele e domani conto di iniziare la sesta. Procede dunque abbastanza bene, anche se è tutto assai difficile da realizzare: queste palme mi fanno dannare e poi i motivi sono estremamente difficili da ritrarre, da mettere sulla tela. Qui è talmente folto dappertutto…. È delizioso da vedere. Si può passeggiare indefinibilmente sotto le palme, i limoni e gli splendidi ulivi, ma quando si cercano dei soggetti è molto difficile.
Vorrei fare degli aranci che si stagliano sul mare azzurro, ma non sono ancora riuscito a trovarne come voglio. Quanto al blu del mare e del cielo, riprodurlo è impossibile. Comunque, ogni giorno aggiungo e scopro qualcosa che prima non avevo saputo vedere. Questi luoghi sembrano fatti apposta per la pittura EN PLEIN AIR.
Mi sento particolarmente eccitato da quest’esperienza e, dunque, penso di tornare a Giverny più tardi del previsto, anche se la vostra assenza disturba la mia serenità. Riposare accanto a voi è dolcissimo. La mia ispirazione se ne gioverebbe e potrei lavorare ancor meglio.

In me trova un cuore che l’ama, Alice.

Claude 

Monet e l’indimenticabile Camille

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