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Sabbioneta, che cosa vedere nell’affascinante borgo dei Gonzaga

L'Italia e le sue bellezze sono in attesa di essere scoperte per un viaggio all'insegna dell'arte e delle tradizioni locali. Oggi Touring Club Italiano ci porta a Sabbioneta

Perché andare a Sabbioneta, gioiello dei Gonzaga e borgo certificato dal Touring con la Bandiera arancione?  Sabbioneta è un vero modello di “città ideale”. In poco più di un secolo da piccolo borgo fortificato i Gonzaga la ricostruirono secondo canoni rinascimentali. Fu Vespasiano Gonzaga a promuoverne la costruzione secondo le proporzioni e l’ideale di armonia simboleggiate nel disegno dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. A condurci in questo spledido viaggio è il Touring Club Italiano

Uno spettacolo urbanistico

Una stella intatta con sei baluardi sulle punte. Questo è lo spettacolo urbanistico offerto da Sabbioneta. Per accedere alla cittadella sono due le porte principali. A ovest la più antica è la Porta Vittoria, mentre a est è la Porta Imperiale, aperta nel 1579 e rivestita in marmo. Nel 1544 fu il Gonzaga a ordinare la completa ricostruzione di quello che un tempo era soltanto un modesto nucleo fortificato. Secondo i precetti vitruviani e quelli dell’architettura militare sorsero così le mura, che tuttora circondano Sabbioneta. 

Le prospettive di Piazza Ducale

È la dimostrazione plastica dell’ordine armonico e rigoroso della città. Mettetevi al centro della piazza e in 360 gradi il vostro sguardo si fermerà a cadenze regolari sulle principali vie porticate. La prospettiva conduce alla facciata di Palazzo Ducale e al profilo della parrocchiale di Santa Maria Assunta, con la sua facciata insieme elegante e sobria in marmi bianchi e rossi.

Il Palazzo Ducale

Il Palazzo Ducale è il più antico degli edifici costruiti da Vespasiano Gonzaga. Fu costruito tra il 1568 e il 1577 e il duca lo utilizzava sia come sede di rappresentanza che come residenza privata. La sua splendida facciata occupa per intero uno dei lati di piazza Ducale con un loggiato a cinque archi e i finestroni del primo piano. Ma è all’interno che si svelano autentici tesori. Dopo che avete ammirato i resti degli affreschi di Bernardino Campi, Pietro Pesenti e Fornaretto Mantovano, alzate lo sguardo sugli splendidi soffitti in legno intagliato, in parte ricoperti dalla doratura originale. Salite poi al primo piano e superata la Sala delle Aquile dominata dalle quattro statue equestri in legno a grandezza naturale, fermatevi nella “galleria degli Antenati”, abbellita dei bassorilievi a stucco che ritraggono i Gonzaga.

Il Teatro Olimpico

Fu il primo teatro in Italia pensato e progettato per vivere di vita propria e non essere una parte di un edificio già esistente. È considerato il capolavoro architettonico di Vincenzo Scamozzi (allievo di Palladio), che ne seguì progetto e realizzazione dal 1588 al 1590. Dall’esterno si colgono gli accenti manieristi e varcandone l’ingresso si trova una pianta rettangolare, con una gradinata in legno e una loggia a semicerchio. Solo con imponenti restauri nel secolo scorso sono state recuperate porzioni degli affreschi originari, purtroppo “dimenticati” da un utilizzo non proprio ortodosso della struttura, utilizzata prima come caserma e in seguito come cinema. O

I sapori dell’Oltrepò

Magari dopo la giornata fuoriporta, cercate una delle trattorie caratteristiche di Sabbioneta, tuffatevi nel mondo gastronomico mantovano tra salumi, gnocchi fritti, tortelli di zucca e stracotti. Ma avanzate uno spazio per la regina di casa: la sbrisolona. “Brisa” è la briciola in dialetto locale, e ne farete molte addentando una fetta di questo dolce dalle antiche origini che rimandano alle cucine dei contadini ai tempi dei Gonzaga. Allora si usava nell’impasto lo strutto e la farina di mais. A corte la ricetta si impreziosiva con vaniglia, zucchero e limone, che hanno dato alla sbrisolona un sapore inconfondibile.

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