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Via Crucis, la voce dei detenuti squarcia il silenzio di Piazza San Pietro

A squarciare il silenzio della piazza deserta di San Pietro sono le storie di dolore e rinascita di detenuti e ex detenuti. Un messaggio di incredibile potenza in questo momento di prigionia collettiva...

A due settimane dal gesto simbolico del Papa, che, solo in mezzo a Piazza San Pietro, ha pregato per il mondo interno, torniamo nel cuore del Vaticano per seguire la Via Crucis del Venerdì Santo.

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Una piazza deserta, ma aperta alla preghiera

La sensazione è la stessa di due settimane fa: il silenzio assoluto, la piazza deserta e una forza spirituale senza pari. Per la prima volta, dopo 56 anni, la Via Crucis non si terrà al Colosseo, ma in Piazza San Pietro. Una piazza deserta, ma aperta alle preghiere della comunità mondiale e al profondo bisogno spirituale della comunità di credente. A portare la croce ci saranno detenuti ed ex detenuti, che sono gli autori delle 14 meditazioni della Via Crucis. Ma anche la figlia di un ergastolano, un’educatrice, un magistrato di sorveglianza, la madre di un carcerato, una catechista, un sacerdote accusato ingiustamente, un frate volontario, un poliziotto. Infine, medici e infermieri, in prima linea nella lotta contro il Coronavirus.

«Voglio ringraziarvi – dice ancora il Papa -, anche perché avete disperso i vostri i nomi non sul mare dell’anonimato ma delle molte persone legate al mondo del carcere. Così, nella Via Crucis, presterete la vostra storia a tutti coloro che nel mondo condividono la medesima situazione»

La voce dei detenuti

Il Papa aveva scelto di affidare la scrittura delle 14 meditazioni ai detenuti del carcere di Padova. Un gesto che, alla luce dei recenti avvenimenti, appare profetico. In questo momento di prigionia collettiva, a portare la croce sono, infatti, proprio coloro che sperimentano sulla loro pelle cosa sia la mancanza di libertà. 

«È un’idea nata dal Santo Padre in tempi non sospetti, quando il virus nessuno sapeva che sarebbe arrivato, e oggi ha un pizzico di profezia – ha commentato don Marco -. Nessuno avrebbe immaginato che il Venerdì Santo, in una Piazza San Pietro carcerata, con un Papa carcerato in Vaticano, con il mondo agli arresti domiciliari a casa, le persone che hanno perduto la libertà sarebbero state loro a rischiare di parlare al cuore di questa umanità. Questa è stata la firma messa dallo Spirito Santo su questa intuizione di Papa Francesco».

 

 

 

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