MILANO – Nel 2007 l’Onu ha chiesto di commemorare il 2 ottobre in maniera adeguata così da “divulgare il messaggio della nonviolenza, anche attraverso l’informazione e la consapevolezza pubblica. La risoluzione riafferma “la rilevanza universale del principio della nonviolenza” ed “il desiderio di assicurare una cultura di pace, tolleranza, comprensione e nonviolenza”. Il Ministro degli Esteri indiano, Anand Sharma, ha dichiarato che l’ampio sostegno da più parti alla risoluzione riflette il rispetto universale per il Mahatma Gandhi e la rilevanza attuale della sua filosofia. Citando le ultime parole del leader, ha dichiarato: “La nonviolenza è la più grande forza a disposizione del genere umano. È più potente della più potente arma di distruzione che il genere umano possa concepire”.
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IL PRINCIPIO DELLA NONVIOLENZA – Il principio della nonviolenza, noto anche come resistenza nonviolenta, rifiuta l’uso della violenza fisica o verbale, al fine di raggiungere obiettivi sociali o cambiamenti politici, e perseguire la Verità. Spesso viene descritta come “la politica della gente comune”, questa forma di lotta sociale è stata adottata in massa delle popolazioni di tutto il mondo nelle campagne per la giustizia sociale. Scriviamo la parola “nonviolenza” tutta attaccata, come ci ha insegnato Capitini, per distinguerla dalla locuzione “non violenza”; la locuzione “nonviolenza” significa semplicemente non fare la violenza; la parola “nonviolenza” significa combattere contro la violenza, nel modo più limpido e più intransigente.
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