MILANO – “Mettete i fiori nei vostri cannoni” recita una celebre frase e, spesso, è stata presa alla lettera da chi ha combattuto in maniera moderata e coraggiosa per la pace. Negli anni si sono susseguiti gesti di protesta attuati in chiave non violenta per rivendicare i diritti calpestati. Da Nelson Mandela – liberato dopo 27 anni di prigionia – alla più recente protesta di Tess Asplund (che ha sfidato il corteo neonazista in Svezia) vi proponiamo 10 foto simbolo della nonviolenza che immortalano gesti di persone che hanno lottato contro una realtà opprimente e aggressiva..
Viktor Yushchenko a sostegno della rivolta ucraina
Manifestazione nonviolenta a sostegno del leader dell’opposizione ucraina Viktor Yushchenko, 24 novembre 2004.
Jan Rose Kasmir fronteggia la Guardia Nazionale
Jan Rose Kasmir è una liceale di 17 anni che il 21 ottobre 1967 fronteggia la Guardia Nazionale davanti al Pentagono a Washington, Stati Uniti d’America, durante la marcia contro la guerra in Vietnam, offrendo un fiore di crisantemo ai soldati con il fucile spianato. Quest’immagine ha fatto il giro del mondo diventando negli anni 60/70, in America, il simbolo della nonviolenza e della lotta alla guerra del Vietnam.
I soldati iraniani con i garofani nei fucili
Isfahan, Iran, 1979. Soldati iraniani con garofani infilati nelle canne dei fucili come simbolo di nonviolenza, era il dicembre 1979 (AP Photo/Michel Lipchitz)
I fiori nelle canne dei fucili
Storica foto scattata da Bernie Boston in cui un manifestante infila dei fiori nelle canne dei fucili di soldati della Guardia Nazionale durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam a Washington, D.C., 22 ottobre 1967 (AP Photo/Estate of Bernie Boston)
La ragazza che dona il fiore agli agenti
Una giovane ragazza dona un fiore come simbolo di pace ad un agente di polizia, come chiaro gesto di nonviolenza.
Il ragazzo che bloccò i carri armati a Piazza Tiananmen
Storica foto quella di un manifestante cinese davanti a una fila di carri armati a Chang’an Avenue, vicino a Piazza Tiananmen a Pechino, il 5 giugno del 1989, un giorno dopo l’inizio della violenta repressione del governo cinese contro i manifestanti. I carri armati cercarono di aggirarlo ma il ragazzo li bloccò più volte e alla fine salì su un panzer per parlare brevemente con i soldati. Allontanato poi dalla folla, da manifestanti o dai servizi segreti cinesi, non se ne è avuta più traccia.
La Rivoluzione dei garofani
La Rivoluzione dei garofani (port. Revolução dos Cravos) fu il colpo di Stato incruento attuato nel 1974 da militari dell’ala progressista delle forze armate del Portogallo che pose fine al lungo regime autoritario fondato da António Salazar e che portò al ripristino della democrazia nel Paese dopo due anni di transizione tormentati da aspre lotte politiche. Il colpo di Stato portoghese fu anomalo, in quanto i militari ebbero immediatamente l’appoggio della popolazione (nonostante, peraltro, i comunicati dell’MFA chiedessero ai civili di restare in casa).
Il nome di Revolução dos Cravos deriva dal gesto di una fioraia, che in una piazza di Lisbona offrì garofani ai soldati. I fiori furono infilati nelle canne dei fucili, divenendo simbolo della rivoluzione e insieme segnale alle truppe governative perché non opponessero resistenza.
Sereno Regis è la storia di un apostolo tollerante
Dalla Resistenza all’esperienza della Gioc, dalle proteste sindacali alla fondazione dei Comitati di quartiere, Sereno Regis è uno dei personaggi più attivi del dopoguerra torinese e italiano. Una personalità che ha sempre portato avanti un’idea di pace e democrazia, intendendo la parola “democrazia” carica di significato popolare; una democrazia che è partecipazione ed una partecipazione che è «potere dal basso e potere di tutti». Quella di Domenico Sereno Regis è la storia di un apostolo tollerante, come lo definì Pietro Polito, custode di una sua verità, ma che ha sempre portato avanti con caparbietà.
Nelson Mandela festeggiò il rilascio dal carcere
Simbolo della lotta contro l’apartheid e la nonviolenza Nelson Mandela festeggiò il rilascio dal carcere alzando il pugno insieme alla moglie Winnie Madikizela. Era l’11 febbraio del 1990 e Mandela era stato in carcere per 27 anni. (AP FOTO)
Tess Asplund alza il pugno al corteo dell’estrema destra
Anche in tempi meno sospetti continua la lotta non violenta contro i rigurgiti nazi-fascisti. Per questo Tess Asplund ha alzato il pugno a un metro dal corteo dell’estrema destra a Borlänge. La foto e il video del momento sono diventati virali. La donna ha così sfidato il Movimento di resistenza nordica (Nordiska motståndsrörelsen) a Borlänge, nella Svezia centrale, durante la loro marcia del Primo maggio.
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