Sei qui: Home » Società » “Laurea veloce? Un vantaggio, ma non sinonimo di preparazione”

“Laurea veloce? Un vantaggio, ma non sinonimo di preparazione”

Alcune riflessioni circa la “laurea record” di cui si parla su giornali e social, conseguita da Carlotta Rossignoli, laureata in medicina a 23 anni, modella e influencer.

“Può essere vantaggioso laurearsi prima? Sì. È sinonimo indiscutibile di preparazione? No.” Così lo scrittore Paolo Di Paolo sul suo profilo Facebook inizia la sue riflessione circa la “laureata record” di cui si parla su giornali e social, ovvero Carlotta Rossignoli, la ragazza laureata in medicina a 23 anni, modella e influencer.

Carlotta Rossignoli e la laurea record

Ricostruiamo i fatti: Carla Rossignoli, 23 anni, è figlia di un padre impiegato di banca e di madre casalinga. Si è laureata con menzione d’onore in Medicina all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano con un anno di anticipo, e ha conseguito la maturità classica 100 e lode con un anno di anticipo. Il Capo di Stato l’aveva premiata nel 2017 come Alfiere del Lavoro. Il suo profilo Instagram è passato negli ultimi giorni da 16mila a quasi 30mila follower. Ad aprire le disucssioni circa la sua “laurea record” è stato un lungo articolo di Selvaggia Lucarelli sul quotidiano Domani dal titolo “L’equivoco tra merito e privilegio dietro la celebrazione della studentessa dei record, medico, modella e influencer”.

Il valore dello studio

Secondo Paolo Di Paolo, Non c’è niente di male nel concludere prima degli altri un percorso di studi, però “l’esaltazione di quella velocità (è bravo/a perché ha fatto presto) rischia di far perdere di vista qualcosa di enorme: il valore dello studio in sé. Spostando l’attenzione sulla corsa al certificato.”

Secondo Di Paolo, “associare la preparazione a un dato quantitativo, a una tempistica, è ingenuo se non addirittura demenziale.” Il pericolo secondo l’autore è quello di non cogliere il senso dell’intera esperienza scolastica, che consiste non nell’arrivare a diplomarsi, ma nell’esperienza stessa: non il risultato finale, ma il percorso. Perché abbreviare quello che, come definito da Paolo Di Paolo, risulta essere “la stagione più importante di una vita”?

Non smettere mai di imparare

Di Paolo conclude il suo post affermando che “la retorica del merito che vuole metterti spalle al muro di fronte al presunto plusdotato è ributtante.” La verità che non passa, secondo lo scrittore, è che “a scuola bisognerebbe andarci tutta la vita, non uscirne mai, non smettere mai di imparare. E invece no, bello di mamma e di papà, toglitela in fretta questa rottura di coglioni, corri!”

 

© Riproduzione Riservata