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Intimidazioni a La Repubblica e Scalfari, Libreriamo a fianco della libertà d’opinione

Sei buste sospette, contenenti polveri adesso sotto esame, e mittenti dall'estero falsi: nuovo episodio di intimidazione per la redazione di Repubblica

La lettera recapitata ieri a Eugenio Scalfari, la sesta negli ultimi giorni, è solo l’ennesimo degli atti intimidatori iniziati lo scorso 15 gennaio con una telefonata anonima che annunciava l’esplosione di una bomba nel tardo pomeriggio. La redazione di Libreriamo manifesta la sua solidarietà a Scalfari e ai colleghi della redazione di Repubblica. 

Gli atti intimidatori

La vicenda inizia domenica scorsa, con il recapito di quattro lettere all’ufficio di smistamento posta della redazione, poi consegnate alla segreteria di direzione. Tre mittenti tedeschi e uno del Regno Unito, tutti palesemente falsi, inviate attraverso il servizio di posta nazionale.

La prima busta conteneva una scatoletta con della polvere marrone in una bustina blu e un biglietto che invitava a collegarsi a un sito di vendite online, risultato pericoloso. La busta proveniente dall’Inghilterra conteneva un biglietto di auguri natalizi e della polvere bianca. Il contenuto delle lettere è adesso al vaglio delle forse dell’ordine ed è in analisi presso il laboratorio della scientifica a Foggia. Il sistema di spedizione sembra simile a quello utilizzato nel deep web per la vendita di sostanze stupefacenti.

Lunedì è arrivata, poi, l’ennesima lettera per Scalfari, inviata da un ufficio postale francese, che è stata consegnata direttamente a mano. Il mittente è una società in stato di liquidazione giudiziaria da giugno. Ieri l’ultima lettera, proveniente da Amburgo.

Le minacce sembrano iniziate dopo che la Repubblica ha pubblicato un’intervista a Graziano Delrio dal titolo “Cancelliamo Salvini”.

L’editoriale di Scalfari

“Le intimidazioni non mi hanno mai intimorito, ma non è di me che voglio qui parlare. Un giornale da solo può non essere gran cosa: fornisce notizie di un luogo, dei suoi abitanti, di chi passa per sostare un giorno o qualche mese, di chi nasce e di chi muore, dei matrimoni, di un sindaco da eleggere, di un nuovo parroco delegato dalla curia.”, scrive il direttore e fondatore del quotidiano.

E poi continua: “Insomma, niente più che un bollettino che può essere affisso sulla porta del municipio e della chiesa. Ma ci sono giornali, come questo, che esprimono il cuore di una vasta comunità: sentimenti, valori, ideali e interessi che determinano la vita quotidiana delle persone. Un legame semplice, ma che è un punto di fondo nella vita umana. I valori e gli interessi sono correlati tra di loro, esprimono la forza e lo spirito di una comunità che parla la stessa lingua senza per questo pensare nello stesso modo.”

Non è necessario pensarla allo stesso modo

Ed è proprio all’ultimo concetto espresso che vogliamo collegarci. Noi di Libreriamo, prendendo esempio da ciò che da sempre ci insegnano i libri, ci siamo sempre battuti per la libertà di opinione e crediamo che, anche in presenza di punti di vista diversi o addirittura contrastanti, a ognuno debba essere garantita la libertà di manifestare il proprio pensiero, sempre nel rispetto altrui. Si può essere d’accordo o no con l’opinione altrui, ma non si deve mai arrivare a minacce e provocazioni per travalicare la posizione dell’altro. Gli atti intimidatori non saranno in grado di fermare il lavoro serio e puntuale dei giornalisti di Repubblica e di tutte le testate italiane. La libertà di opinione deve essere garantita e rimanere sopra ogni cosa.

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