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Il Natale ricordando chi non c’è più

Il Natale non è sempre uguale per tutti: per qualcuno può essere un periodo particolarmente pesante in ricordo di chi se n’è andato

Natale significa gioia e famiglia, affetto e condivisione. Purtroppo, però, non è sempre così. Per qualcuno il periodo natalizio è il momento più duro dell’anno, per chi ha perso una persona cara, infatti, il Natale non è altro che un dolore che si intensifica, una continua reminiscenza della mancanza di chi non c’è più.

La mancanza di una persona cara

Quando perdiamo una persona cara, il dolore sembra non lasciarci mai. Ci accompagna in ogni momento della nostra vita cambiando di intensità a seconda delle situazioni. Il Natale è una di quelle occasioni in cui la felicità e l’entusiasmo generale non fanno altro che intensificare l’assenza di chi non c’è più. La mancanza di una persona cara durante questo periodo di festa è più forte di quanto si possa immaginare, il fatto di riunirsi in un giorno così speciale con gli affetti più care e le persone a cui teniamo di più da un lato ci aiuta ad alleviare il dolore e la solitudine, ma dall’altro non fa che sottolineare l’assenza di chi se ne è andato.

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Perché l’amore è la cura più importante contro la solitudine

Durante il periodo natalizio le persone sole soffrono ancora di più. Per questo è importante ricordarsi di dimostrare sempre il nostro amore

 

Come superare il dolore

Il modo migliore per riuscire a non soffrire troppo durante le feste, quando si ha perso una persona cara, è sicuramente quello di provare a circondarsi di affetti. Passare il tempo in compagnia di chi ci ama e conosce il nostro dolore è di grande aiuto per non sentirsi sovrastati dal dolore e dalla mancanza di chi non c’è più. Ciò non significa però fare finta di niente, ricordare è bello e fa bene al cuore. Parlare di chi ci ha lasciato anche durante le feste è un modo per tenerne viva la memoria, ricordare una persona nei momenti più belli trascorsi insieme può essere una buona terapia, una maniera diversa di averla accanto.

 Il dolore è naturale e deve essere processato. Il Natale è un periodo durissimo, ma con la compagnia giusta può essere meno pesante.

Appunti sul dolore

Tra i libri recenti che trattano questo tema, vi consigliamo “Appunti sul dolore” di Chimamanda Ngozi Adichie. La morte improvvisa dell’amatissimo padre nel giugno 2020, in piena pandemia, getta l’autrice in uno stato di rabbiosa prostrazione. Le consuete parole della consolazione la irritano, il formalismo dei riti la esaspera, il dolore la dilania. Ma i suoi pensieri e le sue sensazioni, l’analisi dei diversi modi di affrontare il lutto, quello nigeriano e quello occidentale, diventano occasione per una lucida e penetrante meditazione sulle cose ultime, oltre che un canto d’amore per colui che per primo le ha insegnato a non temere il giudizio degli uomini. 

La Chimamanda che apprende della morte improvvisa del padre per una malattia silente è la bambina inconsolabile del suo amatissimo papà, ma è anche la donna che vive a cavallo di due mondi, con le loro enormi differenze nell’avvicinare le fasi più salienti dell’esistenza umana; è la scrittrice che medita sul senso dei rituali; è la femminista che vorrebbe sottrarre la madre a quelli più umilianti, ma al contempo si rende conto del loro potere catartico. Il lutto è violento e fisico, è un ladro che strappa via i ricordi lasciando paura e furia. Eppure porta con sé un monito che in qualche modo spinge avanti:

«Una voce nuova si fa strada nella mia scrittura, carica della vicinanza che avverto con la morte, della consapevolezza capillare e acutissima della mia stessa caducità. Un’urgenza nuova. Un senso di incombente precarietà. Devo scrivere tutto adesso, perché chissà quanto tempo mi resta».

Alice Turiani

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