Grottaglie, tour estivo alla scoperta della città delle ceramiche

9 Agosto 2025

Nota per la produzione di ceramiche artistiche e per la produzione di uva da tavola, la città di Grottaglie, in provincia di Taranto, offre eventi legati alla tradizione locale ed un vasto patrimonio culturale da visitare e scoprire.

Grottaglie, tour estivo alla scoperta della città delle ceramiche

Se vi capita di trascorrere le vacanze estive in Puglia, più precisamente nel versante ionico della regione, non possiamo non suggerirvi di passare da Grottaglie, comune italiano della provincia di Taranto in Puglia. Nota per la produzione di ceramiche artistiche e per la produzione di uva da tavola, la città di Grottaglie sorge a valle della Murgia meridionale, al confine con la provincia di Brindisi.

La storia della città di Grottaglie

Il nome “Grottaglie” deriva dal latino “Kriptalys” e dal greco “Κρυπταλύς”, a sottolineare la presenza di grotte (krypta, κρύπτα), in gran parte del suo territorio. L’origine di Grottaglie è negli insediamenti che si sono susseguiti nell’area sin dal Paleolitico, ed in particolare nell’area di Riggio e di Pezza Petrosa.

Grottaglie è ritenuta la terra d’origine del padre della letteratura latina Quinto Ennio. Difatti il poeta nacque a Rudiae, in Apulia e, secondo alcuni studiosi, questa località corrisponderebbe ad una delle cittadelle fortificate (appunto Rudiae e Mesocoro), distrutte dalle invasioni barbariche, i cui abitanti in fuga diedero vita ai casali rupestri dai quali sorsero in seguito Grottaglie e Villa Castelli.

I resti storici più importanti sono riconducibili al Medioevo, quando nelle profonde gravine prese maggior consistenza l’abitudine di vivere nelle grotte. Risalgono a questo periodo infatti non solo le abitazioni, ma anche le scale, i sentieri, le opere di canalizzazione e di deflusso delle acque.

I luoghi da visitare

Vediamo, grazie a Wikipedia, quali sono i luoghi storici da visitare Grottaglie.

Castello Episcopio

Il castello Episcopio fu costruito alla fine del XIV secolo per volontà dell’arcivescovo di Taranto Giacomo d’Atri, il quale aveva realizzato anche le mura e la chiesa madre. Il nucleo originario, con mastio e settore orientale, fu in seguito ampliato e rimaneggiato, con una facciata di epoca barocca. La torre centrale, a pianta rettangolare, si eleva su tre piani.

Il Castello Episcopio è situato in prossimità del Quartiere delle Ceramiche, cioè la parte più antica della città, il Castello fu per secoli il simbolo del potere dei vescovi tarantini feudali. Oggi il castello risulta differenziato dalla presenza dell’antica Torre interna, alta oltre 28 metri, strutturata su 4 piani intermedi tra loro, dove avevano sede i vescovi.

Gravina del Fullonese

A ovest della città di Grottaglie, sorge la gravina del Fullonese, una gravina lunga quasi un chilometro e profonda 40 metri, ricca di grotte incavate nella roccia risalenti al 200.

La gravina è caratterizzata da una ricca vegetazione, profuma di macchia mediterranea grazie al timo, alla malva e ai cardi. È ricca di alberi da frutto, querce e ulivi.

La gravina comprendeva grotte-abitazioni disposto su più livelli, con tre chiese rupestri oltre al Cistrernone del Fullonese parte un sistema idraulico per la raccolta e conservazione dell’acqua.

Chiesa Madre

La Chiesa Madre fu costruita nel 1372, per volontà dell’arcivescovo Giacomo D’Atri, dell’architetto Domenico Di Martina. Creata in tardo stile romanico, dovrebbe essere un ampliamento di un edificio già esistente. Sulla facciata si trovano un oculo sul cui perimetro è inciso un intreccio di motivi vegetali, con dei bassorilievi raffiguranti Cristo in trono, l’Arcangelo Gabriele e la Vergine.

Sotto il portico, caratterizzato da un complesso intaglio a foglie d’acanto e retto da due colonnine ottagonali che poggiano su buoi sorretti da mensole, si apre l’ingresso anch’esso arricchito da un intreccio di motivi animali e vegetali.

Il quartiere delle ceramiche

Ma Grottaglie è famosa in Puglia, e non solo, per la sua produzione di ceramica. Proprio qui troviamo il più importante centro di produzione del territorio pugliese.

Lungo la gravina di San Giorgio si è formato un intero quartiere di esperti ceramisti, ricavando laboratori e forni di cottura nella roccia di ambienti ipogei utilizzati in passato come frantoi, sono riusciti a creare un’attività fiorente ancora oggi riconosciuta in tutta il mondo

Per la sua antica tradizione ceramica, Grottaglie rientra tra le 41 aree di affermata tradizione ceramica riconosciute dal consiglio nazionale ceramico.

Orecchiette nelle ‘nchiosce

Appuntamento immancabile dell’estate a Grottaglie è senza dubbio quello relativo a “Orecchiette nelle ‘nchiosce – on the road” che trasformerà la città delle ceramiche in un laboratorio a cielo aperto di gusto e identità. Giunto alla sua undicesima edizione, l’evento culinario straordinario si terrà lunedì 11 e martedì 12 agosto presso il centro storico di Grottaglie.

L’iniziativa, divenuta appuntamento fisso per turisti e appassionati, mette al centro l’orecchietta, simbolo per eccellenza della cucina pugliese. Undici chef, tra volti noti della ristorazione regionale e nuove promesse, interpreteranno questo formato di pasta in chiave creativa e sostenibile. Ogni piatto sarà preparato utilizzando ingredienti dei Presìdi Slow Food, in collaborazione con Slow Food Vigne e Ceramiche, a garanzia di stagionalità e attenzione al territorio.

Tra i protagonisti di questa edizione Anna e Loredana Ballo, Personal Chef / Chef freelance che propongono un’“Orecchietta alla Norma estiva del Mediterraneo” con melanzana violetta di Ostuni, e Maria Carmela D’Acunto de La Luna nel Pozzo di Grottaglie con le sue orecchiette con salsiccia di suino nero pugliese e zucchine in doppia consistenza. Luigi Fabbiano di Wine & Co a San Giorgio Ionico porta un piatto con salicornia, gamberi, pomodorino e tarallo di trebbie, mentre Vito Rossini dagli Stati Uniti propone un originale abbinamento con pesto di pala di fico d’India, pomodori secchi e stracciatella.

Non mancano poi i sapori di Bari con Tito Nasufi, che presenta orecchiette con datterino infornato, crema di ricotta e pesto di basilico, e quelli di Palo del Colle con Giuseppe Panebianco che abbina zucchina, spigola e scorza di limone. Alessio Greco delle Tenute Bellamarina porta ceci e ristretto di pomodoro fiaschetto con olive, mentre Roberto Salvemini di Dalle Nonne di Sannicandro stupisce con orecchiette con fonduta di cipolla rossa e ragù di polpo.

A completare il gruppo ci sono Adriano Schiena di Terramossa ad Alberobello con orecchiette infornate con mozzarella, polpettine e formaggio, Danilo Doria di Atelier Doria a Brindisi con un piatto che unisce zucca, ricotta salata al limone e alici, e infine Antonella Ricciolo di Moleque a Taranto, che offre due versioni gluten free, con pizzutello di Fasano e crema di bufala, o con cozze, susine ed erbe mediterranee.

Ma il gusto non è solo nel piatto. “Orecchiette nelle ‘nchiosce” è anche manualità, racconto e comunità. Durante le due giornate, sarà possibile imparare a fare le orecchiette a mano, danzare i primi passi di pizzica o modellare l’argilla nei laboratori del progetto Torniamo, che unisce saperi antichi e nuove generazioni.

Ad accompagnare ogni piatto ci sarà una selezione curata vini di 7 cantine e 3 birrifici, mentre la colonna sonora delle due serate sarà affidata ai Cardoncelli Seduti (11 agosto) e al Drum Fest (12 agosto), per una festa che saprà unire gusto, ritmo e convivialità.

Grande attesa anche per “Orecchiette nel Castello”, la cena-evento esclusiva che si svolgerà nel giardino del Castello Episcopio. Firmata Retrogusti – Fuori Menù, l’esperienza (su prenotazione) porterà in tavola due piatti inediti della chef Paola Ortesta, accompagnati da eccellenze locali, musica e racconti guidati da Franco Peluso e Angelo Loreto, Miglior Angelo Loreto – direttore editoriale di Retrogusti e Miglior Sommelier di Puglia 2024 – in un racconto a più voci dove il vino, il cibo e la memoria si danno appuntamento per una serata da ricordare.

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