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Fedez, Amedeo e “Il privilegio dei morti” di Mark Twain

In 24 ore due monologhi tv di Amedeo e Fedez hanno sollevato polemiche. Riflettiamoci su con le parole di Mark Twain in "Libertà di stampa":

A distanza di 24 ore, due monologhi televisivi hanno sollevato polemiche e discussioni, facendo interrogare l’opinione pubblica e i social su concetti come “libertà di stampa e di espressione”, politicamente corretto, censura, corretto uso delle parole. Temi cruciali come tolleranza e diversità sono stati toccati prima dal duo comico “Pio e Amedeo” durante la trasmissione “Felicissima sera” in onda venerdì sera su Canale 5 e poi dal cantante Fedez nel corso del Concerto del Primo Maggio andato in onda su Raitre sabato sera. Ripercorriamo i loro interventi e vi poniamo come spunto di riflessione le parole di Mark Twain contenute nel libro “Libertà di stampa”.

Il monologo sul politicamente corretto

Amedeo Grieco, del duo comico Pio & Amedeo, nella sua invettiva-monologo contro la presunta “dittatura del politicamente corretto” ha voluto dire a milioni di spettatori che la civiltà non sta nelle parole, ma nella testa delle persone, nelle intenzioni con cui si esprimono certe parole. “Fino quando non ci cureremo dall’ignoranza di quelli che dicono con fare dispregiativo, che è quello il problema, ci resta un unica soluzione: l’autoironia”. Così le parole del comico foggiano, che ha direttamente fatto riferimento alle parole dispregiative che vengono rivolte nei confronti di omosessuali , neri ed ebrei.

La reazione sui social e l’importanza delle parole

Il dibattito si è immediatamente scatenato su Twitter e sui social, e molti commenti da parte del mondo Lgbt hanno criticato l’esibizione dei due comici, accusati di non aver capito la profondità del problema, di aver mancato di sensibilità e aver dimostrato poca conoscenza del problema. Secondo molti, infatti, i due comici non hanno considerato che dalle parole spesso si parte per arrivare ai fatti, alle violenze fisiche e mentali.

Dal Concertone del Primo Maggio, Michele Bravi al termine dell’esecuzione di “Mantieni il bacio” ha sottolineato che “le parole sono importanti tanto quanto le intenzioni, le parole scrivono la storia, anche quelle più leggere possono avere un peso da sostenere enorme”. E ha aggiunto: “Io ci ho messo tanti anni a trovare le parole giuste per raccontare il mio amore per un ragazzo, e per me è un onore essere su questo palco per continuare a dare il giusto peso alle parole”.

Fedez e il DDL Zan

A proposito di Concerto del Primo Maggio, il cantante Fedez nel suo monologo in diretta televisiva su Raitre si è schierato a favore del DDL Zan, facendo anche nomi e cognomi di quei politici che si sono schierati contro. Un monologo che era stato sottoposto a censura preventiva dalla direzione di Rai Tre, perché non è conveniente fare i nomi e i cognomi dei politici che, in Parlamento, stanno osteggiando quella proposta di legge. Oltre a rivolgersi direttamente al Premier Draghi, Fedez è tornato a parlare del senatore leghista Ostellari e della sua posizione sul DDL Zan: “Qualcuno come lui ha detto che ci sono altre priorità rispetto al del San in questo momento di pandemia. E allora guardiamole queste priorità. Il senato non ha avuto tempo per il del per discutere: l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo per i poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio di Formigoni.”

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Il privilegio dei morti di Mark Twain

Tra tentativi di censura, libertà di espressione e politicamente corretto, questi due interventi a distanza di poco tempo ci devono far riflettere su cosa è la libertà di espressione oggi. A tal proposito, come quasi sempre, per riflettere più approfonditamente sulla questione, ci viene in aiuto il libro id Mark Twain “Libertà di stampa“. Non si tratta di un romanzo, ma di una raccolta di riflessioni nella quale Twain osa raccontare cosa accade veramente quando si crede nella libertà di stampa. Il libro si apre al lettore con una riflessione, intitolata “Il privilegio dei morti: sulla libertà d’espressione”. Con il testo d’apertura è già chiara la sua posizione: solo i morti hanno vera libertà di espressione. Non c’è opinione pubblica che possa arrecare danno a un morto, non c’è famiglia che possa subire ripercussioni:

A volte sopprimiamo un’opinione per ragioni che ci fanno onore, non onta, ma più spesso lo facciamo perché non possiamo sostenere l’amaro costo di dichiararla. […] Il risultato naturale di questa condizione è che, consciamente, o inconsciamente, prestiamo più attenzione ad accordare le nostre opinioni con quelle del nostro vicino e a mantenere la sua approvazione, piuttosto che a esaminarle con scrupolo per vedere se siano giuste e fondate.

 

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