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Il magistrato Fabio Roia, “Promuoviamo nei giovani un linguaggio orientato al rispetto”

Fabio Roia, il Presidente del Tribunale di Milano, commenta l’analisi “virtuosa” di Libreriamo sui testi delle canzoni trap che istigano alla violenza la GenerazioneZ

Qualche tempo fa, come Libreriamo abbiamo analizzato il fenomeno trap, prendendo in considerazione quasi 500 testi di canzoni interpretate dai diversi rapper e trapper, al fine di poter valutare temi, argomenti, valori che questi componimenti esprimono.

Dall’indagine emerse che tra i temi più ricorrenti delle canzoni trap sono l’autocelebrazione (81%), rabbia e delusione (77%), la violenza (61%), la disparità di genere (55%), le droghe (58%). 

Fenomeno Trap, il commento di Fabio Roia

L’indagine si era inserito all’interno del dibattito pubblico, venendo ripresa da altre testate e da trasmissioni tv. Sull’indagine e in generale sul fenomeno trap abbiamo chiesto un commento al neo Presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia.

“Quest’analisi è particolarmente importante per riflettere sulla nostra cultura, ancora impregnata di patriarcato. Bisogna investire su una cultura dell’aggregazione e del rispetto e imparare a parlare con i giovani con il loro stesso linguaggio, contrapponendo a questa semantica dell’odio e della violenza una semantica del rispetto, della bellezza e dell’inclusione.”

Così Fabio Roia, nominato all’unanimità dal Plenum del CSM lo scorso 10 gennaio, in magistratura dal 1986, prima come pm nel pool “fasce deboli” e poi come giudice e Presidente di sezione, Fondatore dell’Osservatorio violenza sulle donne, commenta l’indagine di Libreriamo su 500 testi di canzoni trap per cui quasi 6 canzoni su 10 contengono espressioni violente contro le donne.

“Anche noi ci stiamo interrogando sui motivi per i quali – emerge dai dati del Tribunale di Milano del 2023 – gli imputati per reati di genere (maltrattamenti contro familiari e conviventi, atti persecutori e violenza sessuale) siano commessi per il 45% da una fascia generazionale di giovani e giovanissimi. Parliamo di giovani adulti tra i 18 e i 35 anni, persone che non sono cresciute sotto la vigenza normativa della cultura patriarcale degli anni’70/’80 dove ancora non c’era la legge sul divorzio e nemmeno la riforma del diritto di famiglia che poi prevederà la parità fra coniugi. E non va dimenticato che fino al 1981 esisteva ancora il delitto d’onore, che prevedeva una forte attenuazione della pena per l’uomo colpevole del reato”.

GenerazioneZ e cultura patriarcale

Alla luce di questi dati il Presidente del Tribunale Fabio Roia è il primo ad interrogarsi sul perché la GenerazioneZ sia, nonostante tutti gli sforzi portati avanti da famiglie, scuola, centri antiviolenza e mondo dell’informazione, ancora impregnata di cultura patriarcale.

La risposta passa sempre dalla Cultura, dall’uso corretto del linguaggio. “Serve riportare al centro un linguaggio figlio di una cultura orientata al rispetto di tutte le diversità, prima fra tutte quelle di genere. E lo studio di Libreriamo è molto importante e virtuoso perché rivela, dopo aver analizzato 500 testi di canzoni rap e trap, che quasi 6 canzoni su 10 contengono espressioni violente contro le donne. Rabbia, disparità di genere e droga sono le parole più ricorrenti nelle canzoni trap e i trapper hanno un grande seguito nella GenerazioneZ, soprattutto tra i minorenni. L’analisi è particolarmente significativa perché cerca di comprendere i giovani attraverso lo studio del loro linguaggio, quello delle canzoni rap e trap che sono espressione di violenza, rabbia e sopraffazione.

L’importanza di investire in cultura

Per avere contezza dell’allarme sociale basta leggere i testi delle loro canzoni, dove tra i temi più ricorrenti- come dimostra l’indagine di Libreriamo – vi è all’81% l’autocelebrazione, una forma nemmeno troppo mascherata di narcisismo, che è una delle cause scatenanti nel rapporto di predominio fra uomo e donna. Segue al 77% la rabbia e la delusione, grandi problemi sociali, dovuti anche alla mancanza di prospettive che non riusciamo a creare. Ma ancora più allarmante sono i temi della violenza al 61%, della disparità di genere al 55%, e delle droghe contenuto nel 58% dei 500 testi delle canzoni trap e rap analizzate.

Si rappresentano situazioni di costante sopraffazione di genere, ci sono perfino testi di canzoni trap che inneggiano allo stupro, esaltando la caccia predatoria dell’uomo nei confronti della donna; testi che trovano un’ampia diffusione e condivisione nel mondo dei social da parte dei follower: si crea così una contaminazione negativa che va ad incidere nella quotidianità delle relazioni uomo -donna. Per questo bisogna investire su una cultura dell’aggregazione e del rispetto e imparare a parlare con i giovani con il loro stesso linguaggio”.

di Silvia Grassi

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