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Elezioni 2022: che fine ha fatto la cultura nei programmi dei partiti?

Le elezioni si avvicinano, e tutti i partiti si sfidano sui temi più popolari del momento. Ma che fine ha fatto la cultura? Scopriamolo insieme, dando uno sguardo ai programmi elettorali proposti dai nostri politici.

Inflazione, guerra, energia, immigrazione, pensioni, riforme fiscali, alleanze che nascono e si disfano… Tutti temi caldi, di cui sentiamo parlare ogni giorno e sempre di più, in vista delle elezioni che si terranno il prossimo 25 settembre. Ma la cultura, che fine ha fatto? Cosa propongono i nostri rappresentanti politici per promuovere questo importante tassello del nostro paese? Scopriamolo insieme.

Che fine ha fatto la cultura nel programma dei partiti politici italiani?

Si sa, la cultura non è mai stato un argomento forte in campagna elettorale. Figuriamoci in un periodo come quello che stiamo vivendo, carico di eventi e risvolti drammatici, con una pericolosa inflazione che si fa sempre più grave, una crisi energetica senza precedenti – almeno negli ultimi anni -, la guerra in Ucraina che non sembra voler attenuarsi e tutta una serie di riforme che gli italiani aspettano da anni. 

Fra le pagine dei programmi elettorali messi a punto dai rappresentanti politici in pochissimo tempo per poter far fronte a queste elezioni organizzate in tempi più che rapidi, la cultura non riveste un ruolo di prim’ordine, e questo ce lo aspettavamo.  Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa propongono le varie coalizioni che si presenteranno alle prossime elezioni. Scopriamo che fine ha fatto la cultura nei loro programmi politici. 

La coalizione di Centrodentra

Cominciamo la nostra analisi dei programmi presentati in vista delle elezioni 2022 con la coalizione di Centrodestra, formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati – lista che ingloba Udc, Noi con l’Italia, Italia al Centro e Coraggio Italia -. I partiti e movimenti riuniti sotto il vessillo del Centrodestra hanno presentato un programma suddiviso in 15 punti.

Il decimo, dal titolo “Made in Italy, cultura e turismo”, è quello riservato alla cultura, e manifesta la volontà di “valorizzare  la bellezza dell’Italia nella sua immagine riconosciuta nel mondo”, sostenere “la presenza dell’Italia nei circuiti dei grandi eventi internazionali”, tutelare e promuovere “il patrimonio culturale, artistico, archeologico, materiale e immateriale, e valorizzazione delle professionalità culturali che costituiscono il volano economico e identitario italiano”. 

Si tratta di temi già presenti nella Costituzione, a cui la coalizione aggiunge il tassello della “valorizzazione della professionalità”, fin troppo spesso trascurata in ambito culturale. Inoltre, il decimo punto del programma del Centrodestra parla anche di “supporto alla digitalizzazione dell’intera filiera del settore turistico e della cultura”.

Azione Italia Viva

In vista delle elezioni del 25 settembre, il programma concepito da Azione e Italia Viva consta di 68 pagine, di cui 4 sono dedicate alla cultura, al turismo e allo sport, unificati in un unico punto.

Insieme alle proposte più vaghe – potrete imbattervi in  propositi come “finanziare la carta stampata”, “potenziare il mecenatismo culturale”, “potenziare gli istituti italiani di cultura all’estero” -, i partiti di Carlo Calenda e Matteo Renzi propongono il raddoppio, mediante fondi pubblici, delle donazioni esercitate dai privati a favore delle attività culturali e la creazione di un carnet di 10 ingressi a mostre, spettacoli e musei da fornire alle famiglie meno abbienti (con ISEE inferiore a 15000 euro).

Fra le idee dei due leader politici spiccano anche quelle di finanziare un viaggio d’istruzione a Roma, gratuito per tutti gli under 25 italiani, e di agevolare con fondi e finanziamenti le librerie che organizzano corsi di lettura per minori. 

Partito Democratico

Guardiamo adesso al Partito Democratico e al suo programma, in cui possiamo leggere la volontà di “investire nello sport e nella cultura come strumenti in grado di creare apertura, superamento degli stereotipi di genere, benessere condiviso, nuovi spazi di socialità e nuove occasioni di realizzazione personale” .

Inserito nel capitolo dedicato all’istruzione, il tema culturale è affrontato dal PD con proposte che mirano alla digitalizzazione, alla detrazione delle spese culturali, e alla promozione – come già previsto dall’iniziativa Cento opere del Ministero – degli istituti autonomi e dei musei delle aree interne, e con tutta una serie di idee che hanno guidato il Ministero di Franceschini: il potenziamento dell’arte contemporanea, il ritorno del bonus diciottenni, le iniziative che promuovono i borghi italiani e la Capitale della Cultura. 

Fra le idee più innovative, infine, si registra la proposta di creare un circuito di Erasmus nazionale. 

Movimento 5 stelle

Andiamo a vedere cosa propone il programma culturale del Movimento 5 stelle, che dedica una slide al tema e lo lega al turismo, come si evince dallo stesso titolo: “Dalla parte del turismo: per valorizzare il nostro patrimonio culturale e artistico”.

Sono in particolare 3 i punti su cui si sofferma il movimento: “piano pubblico di assunzioni per superare il grave sottodimensionamento del Ministero dei Beni Culturali e delle sue istituzioni periferiche”, “freno alle esternalizzazioni e contrasto all’uso distorto del volontariato e dei lavoratori della cultura”, e “misure di protezioni e valorizzazione del patrimonio culturale italiano”.

Verdi e Sinistra

I partiti minori Verdi e Sinistra hanno presentato un programma in cui la cultura è invece legata alla bellezza del territorio italiano. Ecco cosa leggerete se vi avventurerete alla scoperta del loro manifesto elettorale:

“L’Italia non ha giacimenti petroliferi, ma la sua grande risorsa culturale ed economica sta nella bellezza, bellezza degli straordinari paesaggi marini collinari e montani (non sempre rispettati), bellezza del grandissimo patrimonio di opere d’arte, di casali, di città murate, di borghi antichi, di centri storici unici al modo, racchiusi anche in piccoli sperduti comuni”.

L’idea che sta alla base del programma culturale dei due partiti che concorrono insieme alle prossime elezioni è infatti quella di proteggere e valorizzare il paesaggio, cercando di tutelare i suoi elementi costitutivi dalla cementificazione e dal consumo spropositato di suolo. Un altro punto che spicca nel programma di Verdi e Sinistra è quello dedicato alla tutela dei lavoratori del settore dello spettacolo, duramente colpiti da questi anni di pandemia. 

Unione popolare

Infine, Unione popolare, unico, insieme all’alleanza Verdi-Sinistra, fra i piccoli partiti di cui è possibile rintracciare il programma culturale, presenta un testo con alcuni passaggi dedicati alla cultura. In particolare, il partito di De Magistris propone di destinare l’1% del Pil agli investimenti culturali e di defiscalizzarli. 

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