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Daria Bonfietti (presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime), ”C’è ancora bisogno di verità sul caso di Ustica”

SPECIALE USTICA - Al Museo per la Memoria per la strage di Ustica, a Bologna, attorno al relitto del DC9 dell'Itavia, ci sono posizionati 81 specchi neri: sono le 81 vittime innocenti di quella tragica notte, quei passeggeri che....

C’è chi la strage di Ustica l’ha seguita attraverso i notiziari e chi, invece, l’ha vissuta in prima persona. Sono i parenti delle vittime che, quella calda sera del 27 giugno 1980 aspettavano a Palermo l’arrivo del volo IH870, che però non arrivò mai

SPECIALE USTICA- Al Museo per la Memoria per la strage di Ustica, a Bologna, attorno al relitto del DC9 dell’Itavia, ci sono posizionati 81 specchi neri: sono le 81 vittime innocenti di quella tragica notte, quei passeggeri che all’aereoporto di Palermo non sono mai arrivati. Alcuni, pochissimi, sono riemersi dalle acque del Tirreno la mattina successiva, gli altri non sono mai stati ritrovati. Daria Bonfietti, ha dato vita 8 anni dopo (ma la sua battaglia è iniziata molto prima) all’Associazione Parenti delle Vittime. Insieme, per non dimenticare, lottano da anni per cercare la verità su quella notte, per scoprire chi è il vero colpevole che ha spezzato, senza una ragione, la vita di tutte quelle persone. Ecco cosa ci ha raccontato in questa intervista, Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione.

L’Associazione di cui lei è Presidente è nata 8 anni dopo quella tragica notte del 27 giugno 1980. Da allora non avete mai smesso di cercare la verità bussando alla porte di molte istituzioni. Oggi, 34 anni dopo, a che punto si è arrivati?

Ho costituito l’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica per continuare, anche assieme ai parenti delle vittime, la battaglia per la verità che avevo iniziato 2 anni prima. Ci siamo incontrati in tanti a Bologna il 20 maggio del 1988 e da allora abbiamo seguito le indagini della Magistratura, e ci siamo costituiti parte civile nel procedimento penale aperto a Roma. Il Giudice, dottor Priore ha concluso i suoi lavori consegnando il 1 settembre 1999 una Sentenza -ordinanza in cui precisava definitivamente che ‘il DC9 dell’Itavia era stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea e nessuno aveva dato alcuna spiegazione’. Questa è la verità che volevamo.

Non c’è il rischio che, ancora oggi, chi sa abbia paura di parlare? Si arriverà mai a scoprire tutta la verità fino in fondo?

Certamente. Ma sono convinta che ci sono molti margini di miglioramento, sicuramente molti dettagli verranno fuori.

Che connessione c’è tra Ustica e Bologna? E’ vero secondo lei che l’attentato del 2 agosto alla stazione di Bologna sia stato fatto perché era la città dei parenti delle vittime?

Assolutamente nulla. Praticamente tutti i parenti delle vittime sono a Palermo, io sono l’unica qui a Bologna. Sono stati due casi completamente diversi: uno è un incidente militare, l’altro un attentato terroristico.

L’Associazione Parenti delle Vittime è nata nel 1988. Vi siete sentiti soli a combattere la battaglia verso la verità o avete avuto l’appoggio di qualcuno? Che ruolo ha e ha avuto il Governo?

Dall’inizio della nostra attività come associazione abbiamo bussato a molte porte e abbiamo urlato a gran voce la nostra verità. Ora, chiediamo al Governo del Paese, di supportare con più convinzione e determinazione il lavoro dei Magistrati, inducendo comportamenti più collaborativi da parte di paesi amici ed alleati. Col Governo Renzi il dialogo è partito, attraverso gli incontri avuti col sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti e col ministro della Giustizia Andrea Orlando. Ma mancano ancora le risposte alle rogatorie avanzate dalla magistratura italiana

 

I parenti cosa si devono aspettare?  C’è ancora speranza?

Sicuramente sì. Abbiamo ottenuto una parte della verità ma ora la nostra battaglia continua perché vogliamo sapere anche gli autori materiali, i responsabili dell’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace. La presenza di aerei, quella sera, di altre nazionalità, è certa, ora i Magistrati romani, dopo le dichiarazioni, nel 2007, di Cossiga, che addebitano ai francesi la responsabilità dell’abbattimento del nostro aereo, stanno facendo nuove indagini, nuove rogatorie e attendono risposte dai paesi presenti quella notte nei nostri cieli.

Dopo 34 anni, quanto è ancora importante ricordare questa giornata?

La memoria non è statica non è una lapide che si deteriora e diventa illeggibile: la memoria si fa ogni giorno ricordando e parlando la lingua del presente

Come associazione, quali sono i vostri programmi per la giornata del 27 giugno?

Facciamo dal 27 giugno  fino al 10 agosto, dinanzi al Museo per la memoria di Ustica,  qui a Bologna, molte iniziative, usando i vari linguaggi dell’arte, prosa, musica, poesia, per continuare a fare memoria, per ricordare sempre a tutti quel tragico evento.

 

27 giugno 2014

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